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Prologo
Associazione Culturale
per la promozione delle
Arti Contemporanee
via G. I. Ascoli 8/1 Gorizia
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 50
un luogo
di incontro
e di confronto
avanti lettera, al di sopra di ogni limite
divisorio”, come ricorderà ad anni di
distanza lo stesso Antonio Morassi,
promotore della rassegna.
Il pittore Veno Pilon che dalla sua
Aidussina giungeva a Gorizia, prima
di partire per Parigi, dove inizierà una
nuova carriera artistica dedicandosi
soprattutto alla fotografia osservava
quindi come “Era la nostra una società
omogenea. Eravamo amicissimi. Le
baldorie, le risate, gli scherzi di quei
tempi!”.
I linguaggi diversi, le culture, le cor-
renti artistiche che allora si incontra-
vano, si scontravano e talvolta si me-
scolavano fondendosi insieme hanno
fatto di Gorizia città italiana ma anche
un po’ tedesca e un po’ slovena, una
realtà speciale, ricca, particolare e non
solo nella storia passata.
Si può dire che ancor oggi le molte-
plici anime di questa città favoriscono
una vivacità culturale e soprattutto
una curiosità artistica non comuni,
anzi, del tutto peculiari. Il desiderio di
confrontarsi, la necessità di ritrovarsi
permane fortunatamente ancora nei
caffè, nei teatri, tra i gruppi di artisti.
Nel centro storico di Gorizia, a pochi
passi dalla Sinagoga, in via Graziadio
Isaia Ascoli 8/1, si trova oggi la sede
dell’Associazione culturale Prologo.
Fondata nel 2004, è rivolta alla va-
lorizzazione delle arti contemporanee
dalla pittura alla scultura, dalla foto-
grafia alla grafica, dal video all’instal-
lazione. Il primo consiglio direttivo era
formato da Paolo Figar, Massimiliano
Busan, Claudio Mrakic e Franco Spa-
nò; oggi ai primi tre si sono sostituiti
Damjan Komel, Stefano Ornella e Silvia
“Giova notare che siamo ai confi-
ni della Patria, dove le stirpi, come il
sangue e la mentalità, si incontrano e
si confondono, dove non è possibile
pretendere quella unità di scuola che
si trova nel centro delle Nazioni. Ma,
in compenso, agli estremi limiti della
Patria risulta accentuato l’individua-
lismo artistico che crea nuovi germi,
contribuendo con nuovi elementi vita-
li allo sviluppo dell’arte”. Così scriveva
nell’ormai lontano 1929, l’architetto
Max Fabiani sulle pagine de “L’Ison-
zo”, prendendo spunto dalla secon-
da esposizione goriziana di belle arti
tenutasi in quell’anno. E in effetti, nel
corso di tutti gli anni Venti, la città di
Gorizia visse un’intensa stagione cul-
turale e artistica, animata da perso-
nalità quali il critico e storico dell’arte
Antonio Morassi, il poeta, scrittore,
giornalista e pittore Sofronio Pocarini,
i pittori Vittorio Bolaffio, Rodolfo Battig
Melius, Gino de Finetti, Edoardo Del
Neri, Sergio Sergi, Ivan Cargo, Veno
Pilon, Luigi Spazzapan, gli architetti
Umberto Cuzzi e Giuseppe Gyra, il mu-
sicista Marij Kogoj, l’ingegnere Oscar
Brunner che tra l’altro aveva aperto
una scuola di nudo frequentata un
po’ da tutti gli artisti citati. Insieme
nel ‘23 avevano dato vita al Circolo
artistico goriziano che già nell’anno
successivo aveva organizzato la prima
esposizione di belle arti dove erano
stati riuniti “alcuni dei nomi che do-
vevano eccellere nella pittura italiana
di quel periodo” e dove “gli amici e i
pittori non esitarono ad includere an-
che l’opera di artisti sloveni (…) senza
preconcetti di confini etnici o lingui-
stici (...) in una specie di Mitteleuropa