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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 45
IL DIBATTITO SULLA
SESSUALITÀ E
AFFETTIVITÀ DEI
DISABILI
Il difficile dibattito sulla sessualità e af-
fettività dei disabili ha preso infatti il via
nel nostro paese solo alla fine degli anni
‘70, con la pubblicazione di un articolo sul
“Corriere della Sera” firmato dal neuropsi-
chiatra Camillo Valgimigli.
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L’intervento ha
avuto l’esito di focalizzare l’attenzione di
genitori, operatori, servizi socio-educativi,
sia assistenziali che riabilitativi, sulla ses-
sualità e affettività in quanto diritto dei
disabili senza però riuscire, sul piano della
vita quotidiana, a trovare una risposta ade-
guata al problema ed un sostegno effettivo.
Ultimamente, dopo più di trent’anni dall’in-
tervento del Valgimigli, grazie all’esempio
dei paesi d’oltralpe, Svizzera, Olanda, Dani-
marca, Germania, Regno Unito, l’opinione
pubblica italiana sta cominciando ad inte-
ressarsi della figura dell’assistente sessuale
come una possibile soluzione per gestire
la problematica nel modo più naturale
ed efficace.
Nel 2013, in Italia, è stato costituito un
Comitato Promotore di una iniziativa di
legge popolare per il riconoscimento del-
le pratiche di assistenza sessuale e della
figura di assistente sessuale. Il portavo-
ce del Comitato è Max Ulivieri, affetto da
distrofia muscolare, che da sempre si è
occupato, attraverso “blog di utilità” per
disabili (loveability.it), di creare uno spazio
di comunicazione in cui sia possibile per
i disabili esprimere dubbi, porre doman-
de, confrontarsi sulla sessualità e l’amore,
essere informati sulla figura dell’assistente
sessuale la cui professione a carattere etico
e solidaristico dovrebbe fare riferimento,
sia per la formazione teorica a carattere
psico-fisico-sessuale, sia per la prassi, ad
un’Associazione di Assistenza ai Disabili o
al Servizio Sanitario Pubblico.
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L’assunto di base, a sostegno di questa
argomentazione, è, come dimostrato dal-
le ricerche di I. Rodarte e M. Munoz sulla
popolazione disabile, che nella persona
con handicap, nonostante alcune funzioni
motorie, percettive, emotive e cognitive
possano essere compromesse in modo
permanente, vengono mantenuti i normali
desideri di vicinanza e affetto così come
di desiderio sessuale. Le esperienze sog-
gettive, ovvero pensieri, fantasie e sogni a
contenuto sessuale, le esperienze emozio-
nali come baci e carezze, dati o ricevuti, le
esperienze sessuali condivise, ovvero l’atto
sessuale sono influenzati dal desiderio, e tra
questi fattori l’aspetto emozionale risulta
essere, sia per gli uomini che per le donne,
il più determinante (Rodarte, Muñoz, 2004).
Il disabile, quindi, pur vivendo come gli altri
il desiderio sessuale, le fantasie, le emo-
zioni, deve affrontare, per realizzare la sua
sessualità, maggiori problemi di carattere
pratico, legati alle numerose barriere che
rendono inaccessibili spazi e informazioni.
Emerge dunque come i problemi da
affrontare in un simile ambito siano mol-
teplici, legati alla diversità fra le disabilità
e nel comportamento di uomini e donne,
alle preoccupazioni di famiglie e servizi,
alla sordità e all’indifferenza troppo spesso
manifestate dalla società nel suo insieme.
LA SESSUALITÀ NELLO
SVILUPPO DELLA
PERSONA
La sessualità rappresenta il modo di es-
sere dell’uomo e della donna in quanto
organismi geneticamente strutturati come
sessuati fin dall’origine, quindi va intesa
come modalità globale di essere della per-
sona nell’intreccio delle sue relazioni con
gli altri e con il mondo: come tale inizia
con la vita della persona e si evolve e si
modella lungo il suo sviluppo (Loperfido,
1998). Inoltre l’incontro sessuale è legato
a due ambiti fondamentali: quello rela-
zionale, in cui viene coinvolto il desiderio
di incontro e di confronto, e quello indivi-
duale. Per quanto riguarda quest’ultimo i
normodotati e i disabili sono accomunati
nel vivere una dinamica che comprende
la sensorietà e la motricità, la cura del sé,
il senso stesso dell’esistere e della propria
identità e unicità. L’identità sessuale co-
stituisce infatti la dimensione soggettiva