Le attività di Ri.T.M.O.
prie competenze, individuare vincoli e interferen-
ze frapposte fra obiettivi e risultati, e così via.
Attraverso un
medium
, uno strumento, abbia-
mo provato a trasmettere messaggi specifici.
Per questioni anche legate alla differenza e speci-
ficità delle scuole coinvolte nei due territori, i per-
corsi T.O.P. (Pordenone) e T.A.P. (Monfalcone-
Gorizia) nascono da una matrice simile ma con
declinazioni differenti. Nel primo territorio è stata
preferito il focus dell’accompagnamento inteso
come attività laboratoriale e sviluppata quasi
completamente nel periodo legato alla fine del-
l’anno scolastico e quindi all’uscita dalla scuola
media e, per gli studenti delle superiori, alla fine
del primo anno. È stata intesa come una attività
di potenziamento (quindi “VAI al TOP!”) di per-
corsi già in essere, per scoprire e consolidare scel-
te e capacità, ripensare a momenti di difficoltà in
vista dell’anno successivo.
Per Gorizia si è resa necessaria un’azione foca-
lizzata sull’accompagnamento fra un ciclo e l’al-
tro dove ragazzi in uscita dalla scuola media
insieme a quelli già inseriti in un percorso di
istruzione hanno potenziato le loro capacità di
“accompagnarsi” (“VIENI al TAP!”) in una sorta
di
peer education
(anche se in questo caso il
termine potrebbe essere improprio) lavorando
in maniera mirata sul tema della transizione e
svolgendo una attività a cavallo dei due anni
scolastici. Anche i temi del
corto
realizzato in
questo territorio (il video delle scuole di
Monfalcone, “
Giorni difficili
”) riflettono la cen-
tratura sul tema del passaggio, l’esito dell’esa-
me, il rapporto con i genitori nel momento della
scelta, il rapporto fra pari. Con tempi e conte-
nuti differenti gli obiettivi dei due percorsi sono
stati comunque simili, ed aderenti al “piano di
volo” comune.
Tracciamo infine, per macro aree di attività, gli
step che ogni gruppo ha sviluppato al suo inter-
no. Naturalmente le attività previste corrispon-
dono ad una pianificazione di massima rispetto
agli obiettivi del Progetto. Strumenti, tempi,
metodi e tecniche sono stati frutto di un aggiu-
stamento in itinere, originato dalle caratteristi-
che di ogni gruppo, dal diverso bagaglio profes-
sionale degli operatori e dalla loro sensibilità
individuale.
Ecco la
traccia di lavoro, trasversale
a tutti i
gruppi di studenti:
1 conoscenza del gruppo, regole comuni e
condivisione del “piano di volo”;
2 mappa delle risorse, creatività e ruoli;
3 incontro con la regista: andare a scuola di
cinema;
4 sviluppo del soggetto del video;
5 tempesta di idee: problem solving nella defi-
nizione dei contenuti;
6 collaborazione e gestione di punti di vista
diversi;
7 ruoli sul set (ma anche fuori…);
8 prima bozza della nostra sceneggiatura;
9 fare il punto della situazione con i tutor;
10 fare il punto della situazione con la regista e
i tutor;
11 ultimi appuntamenti prima del ciack;
12 costruzione del
set
, riprese (con la regista) e
apprendimenti on the job;
13 un
ponte
per i prossimi mesi.
Ogni macro obiettivo è stato approfondito
soprattutto nei suoi aspetti “meta”, ovvero
mediante una sistematizzazione degli apprendi-
menti personali e in gruppo, alla fine di ogni ses-
sione di lavoro. Mediante domande di partenza
anche semplici, del tipo “
cosa mi porto a casa
oggi
” o “
quali paure lascio qui
” sono stati realiz-
zati cartelloni, interviste, diari personali. Paral-
lelamente (ovvio, ma necessario) tutto l’occor-
rente per il video (soggetto sceneggiatura,
ruoli…) è stato oggetto di una attenzione orga-
nizzativa da parte dei ragazzi, ognuno per quan-
to concerne il proprio ruolo, e supervisionata dai
tutor. La produzione cinematografica, come si sa,
ha dei tempi precisi! Il lavoro dei gruppi, legato
allo sviluppo di quanto necessario per le riprese
finali, è stato pressoché costante e regolare. Tutti
i gruppi sono arrivati al giorno delle riprese con la
dotazione di materiali e competenze necessarie
ad ultimare il lavoro e trasformarsi per un giorno
in “troupe” cinematografica.
Ogni ragazzo ha condiviso un proprio “diario di
bordo” con il tutor di riferimento e con il grup-
po, ovvero un vero e proprio diario delle attività
dove ognuno ha annotato senza una griglia
precisa ma con sistematicità elementi relativi al
proprio percorso. I tutor hanno comunque sug-
gerito di annotare elementi rispetto alla natura
delle attività, al proprio grado di coinvolgimen-
to e partecipazione, ai propri apprendimenti.
Un lavoro simile ma con criteri condivisi è stato
effettuato dai tutor, mediante una sistematica
documentazione delle attività svolte e una os-
servazione libera del percorso dei partecipanti e
dell’evoluzione del gruppo.
Gli strumenti e i dispositivi sono stati per lo più
discussi in équipe ma comunque legati al baga-
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