Le attività di Ri.T.M.O.
sano far ripartire la relazione. L’idea principale,
legata anche all’utilizzo di
risorse del territorio e
non legate alla scuola
, è che bisogna offrire a
questi ragazzi un’esperienza di
rottura del co-
pione
, creare una cornice differente dove con
adulti possano rigiocarsi in uno spazio che abbia
anche linguaggi, luoghi, ritmi differenti e che
perciò possa anche essere vissuto come neutro.
Il dispositivo di
aggancio
nei confronti dei ra-
gazzi è legato alla realizzazione di quattro cor-
tometraggi a tema, da socializzare in due even-
ti finali, alla presenza di studenti, insegnanti,
dirigenti scolastici.
Il vantaggio di costruire un set (in senso “tecni-
co-educativo” ma anche in senso cinematogra-
fico, in questo caso) che si pone al confine fra
dentro e fuori, dà la possibilità ai partecipanti di
esperire ruoli nuovi, guardare il mondo della
formazione con altri occhi, ma soprattutto spe-
rimentare, in una attività che li vede protagoni-
sti, le loro competenze; nello specifico
compe-
tenze
finalizzate ad un
prodotto tangibile per sé
e per gli altri
in tempi molto rapidi. Chi si occu-
pa di adolescenti sa che la variabile tempo/risul-
tato è cruciale se la si lega alla motivazione. I
ragazzi coinvolti in T.O.P. e T.A.P., costruendo in
poco più di quattro mesi le condizioni per rea-
lizzare un prodotto hanno soddisfatto senz’al-
tro la loro “sete” di risultati immediati, legan-
doli fortemente ad un loro ruolo attivo e non a
variabili di locus esterne, come a volte avviene
nel valutare risultati di attività in un lungo perio-
do. Inoltre l’aver realizzato un vero e proprio
lavoro finale con una regista professionista, e
quindi confrontandosi con una figura tecnica
fortemente centrata sulla realizzazione di obiet-
tivi specifici, hanno senz’altro sperimentato un
contesto molto vicino a quello lavorativo, verifi-
cando così la propria adeguatezza o inadegua-
tezza su alcune competenze o atteggiamenti e
tradurli in bisogni formativi.
L’altro nucleo di protagonisti è quello dell’
équi-
pe
di Progetto, composta da cinque tutor, un
coordinatore della sperimentazione, una regista
professionista, con il coinvolgimento in alcuni
momenti anche dei coordinatori e di alcuni psi-
cologi dei due Centri di orientamento interessa-
ti, già impegnati nelle stesse scuole in percorsi
di contrasto alla dispersione. La forza dei tutor
è stata nella creazione di un gruppo di lavoro
stabile e coeso, che ha condiviso prioritariamen-
te obiettivi, strumenti e metodi, e che ha così
potuto realizzare pienamente gli scopi del pro-
getto attraverso percorsi anche individuali, det-
tati dalla propria professionalità ed attitudine
specifica. È stata quindi dedicata particolare cu-
ra all’équipe fissando riunioni di coordinamento
ed assistenza tecnica a scadenze periodiche, in
coincidenza dei principali step del percorso.
La struttura del Progetto si è articolata nelle
seguenti fasi di lavoro:
FASE n°1:
Il lancio del progetto
Al gruppo di studenti, identificati dalle scuole che
partecipano alla sperimentazione, viene pre-
sentata l’iniziativa in un incontro collettivo (
atti-
vazione di gruppi di lavoro per realizzare una
serie di video “a tema” da presentare e valoriz-
zare in un evento finale)
e vengono attivati
alcuni dispositivi motivazionali per promuovere
una
adesione
al progetto da parte dei parteci-
panti. Dopo questo primo momento introdutti-
vo, il gruppo degli studenti comincia a lavorare
in modo attivo con i tutor dei Centri di orienta-
mento e con la regista (cioè l’esperto che fa da
supporto alla realizzazione e al montaggio dei
video realizzati dai ragazzi).
FASE n°2
Il lavoro a scuola
L’attività del progetto prosegue per sotto-gruppi
con incontri presso le singole scuole di apparte-
nenza degli studenti. Gli incontri sono finalizzati
a
costruire le condizioni
per poter realizzare il
video da presentare all’evento finale, in specifico
vengono condotte dai tutor delle attività labora-
toriali strumentali a questo obiettivo (del tipo:
definire le regole di lavoro, distribuire i ruoli, asse-
gnare compiti operativi, stabilire modalità di veri-
fica, etc.) ma con la finalità più generale di
potenziare negli studenti alcune competenze tra-
sversali
che costituiscono comunque un pre-
requisito indispensabile per portare avanti positi-
vamente il proprio percorso formativo.
FASE n°3
Il lavoro estivo
Con la conclusione dell’anno scolastico, il pro-
getto continua la propria attività presso il
Centro di orientamento (e altri spazi reperiti ad
hoc) con l’aggregazione di alcuni sottogruppi
(trasversali alle singole scuole di appartenenza).
Gli incontri sono sempre finalizzati alla
realizza-
zione del filmato.
FASE n°4
La funzione di accompagnamento
durante la sperimentazione
A livello personale, i tutor seguono eventuali
problematiche di orientamento (scelta post-
III