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ORIENTAMENTO
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
tere su lunghe catene causali proprie
di un tempo lineare, come quelle che
a partire da una facoltà danno certez-
za di una professione: oggi persino la
facoltà si tenta, con l’incognita dei test,
figuriamoci se si può vedere il fotofinish
del mestiere seguente, ammesso che
segua un mestiere. Significa prendere
atto che valutare l’utile è difficilissimo,
perché non è la propria esperienza a
poter decidere cosa serve o non serve
per domani.
La logica dei tentativi non è quella dei
genitori né quella dello studio a scuola,
dove c’è un solo metodo, una prassi,
lo schema binario giusto/sbagliato. Se
ti muovi per tentativi devi poter tor-
nare sui tuoi passi, cambiare, riprova-
re: le scelte sono reversibili, gli errori
sono fondamentali, sono la tua fonte
di informazione. È probabile che non
sia avvenuto lo stesso in classe – dove
l’errore è il tabù, da cancellare, nascon-
dere, evitare – né sia così a casa, dove
ogni scelta è vista come definitiva, in
omaggio al principio di impegno e di
responsabilità. Ora e qui invece il per-
corso è imprevedibile, l’esito è noto so-
lo a posteriori, gli errori sono comuni,
ma proprio per questo da condividere,
senza vergogna.
Chi esplora l’ignoto ha come model-
lo prima di tutto se stesso, è chiamato
ad apprendere dai propri tentativi, a
far tesoro da quello che gli capita, per-
ché tutto può servire: per questo ha un
enorme bisogno di“tracciarsi”, di lasciare
una scia, di documentare cosa succe-
de, di parlarne, di ridere e scherzare per
sdrammatizzare la fatica del viaggio. In
una parola di oggi, dei
social network
.
E ha bisogno di compagni di viaggio, di
sapere e di conoscere altri pionieri come
lui, per condividere, scambiare, con-
frontare, farsi aiutare: mentre a scuola si
insegna a non copiare dal compagno di
banco e a non parlare durante la lezione,
perché il sapere è uno e proviene dalla
cattedra, nell’esplorazione dell’ignoto
il sapere è orizzontale, viene da chi è
come te e poco avanti a te, si cumula
nei racconti delle relative esperienze,
suggerisce di copiare tutto quello che
funziona, condivide serenamente suc-
cessi e insuccessi, è per natura coope-
rativo e non competitivo.
Un sapere costruito insieme, un pas-
so alla volta, rompe le righe e cancella
la linea netta che distingueva chi sa e
da chi non sa. Per gli adulti è un terre-
moto, viene meno un ordine sociale e
gerarchico: non è l’età a misurare la co-
noscenza ma l’esperienza, e nemmeno
la quantità di esperienza ma il fatto che
questa sia recente e simile a quella di
cui si cerca traccia. Anche per questo è
così difficile insegnare oggi, chi prende
parola deve dimostrare di aver qualcosa
da dire sull’avventura che attende chi ha
di fronte. Tutti in realtà dobbiamo con-
tinuamente cercare, provare, studiare,
sperimentare: le rendite di posizione
sono bruciate, la condizione di incer-
tezza è sempre più universale.
Se il mondo cambia ogni giorno, se
la storia riparte e abbiamo urgente bi-
sogno di capire cosa stia succedendo,
i rapporti fra le generazioni chiedono
nuovi posizionamenti: per mettersi al
servizio di una generazione di pionieri
occorre saper fare da guida, essere ri-
cercatori a nostra volta, rinunciare alla
misura della propria esperienza per giu-
dicare la realtà ma al contempo intui-
re cosa serve dal proprio repertorio di
conoscenza, significa tornare a studiare
ed essere curiosi, fare da specchio a chi
ha il disperato bisogno di riconoscersi e
capire cosa può fare, oggi, qui.
Stefano Laffi
Ricercatore CODICI
Agenzia di ricerca sociale
BIBLIOGRAFIA
Laffi S
., (a cura di),
Crescere
nonostante
, Roma, Edizioni dell’asino,
2015.
Laffi S
., (a cura di),
Quello che dovete
sapere di me
, Feltrinelli, Milano, 2016.
Roth V
.,
Divergent
, DeAgostini,
Novara, 2016.
Zelter J
.,
La scuola dei disoccupati
,
Isbn, Milano, 2012.
NOTE
1
Veronica Roth,
Divergent
, DeAgostini,
Novara, 2016
2
Joachim Zelter,
La scuola dei disoc-
cupati
, Isbn, Milano, 2012
3
Stefano Laffi (a cura di),
Quello che
dovete sapere di me
, Feltrinelli, Milano,
2016
4
La ricerca è stata commissionata da
Agesci, l’organizzazione cattolica scout,
quindi il database è quello di ragazzi e
ragazze che praticano scoutismo, ma
è stato chiesto loro di raccontarsi in
quanto ragazzi e ragazze, cioè di as-
sumere l’invito come un’occasione di
autobiografia generazionale, anche al
di là dell’appartenenza allo scoutismo.
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Cfr. Stefano Laffi (a cura di),
Crescere
nonostante
, Roma, Edizioni dell’asino,
2015.
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