Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole il 23 marzo scorso sulla proposta di legge che, avvalendosi della potestà legislativa primaria di cui gode il Friuli Venezia Giulia in materia di ordinamento degli enti locali, ribadisce la necessità di mantenere le circoscrizioni di decentramento comunale sul territorio regionale (vedi deliberazione n. 9 sul sito del CAL)
La legge n. 29 che prevede “Norme urgenti in materia di circoscrizioni di decentramento comunale", già illustrata alla prima Commissione il 17 marzo dal primo firmatario, il consigliere regionale Antonio Pedicini, si inserisce infatti un quadro normativo statale che, a partire dalla finanziaria 2008, ha subito una serie di sviluppi.
Attualmente, con la definitiva conversione da parte del Senato del decreto legge 25 gennaio 2010, n. 2 (Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni), è prevista la soppressione delle circoscrizioni di decentramento comunale tranne che per i comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti, che hanno la facoltà di articolare il loro territorio in circoscrizioni, la cui popolazione media non può essere inferiore a 30.000 abitanti.
In controtendenza con tale evoluzione, la legge 29 ha come scopo quello di garantire la vicinanza dell’amministrazione comunale ai cittadini e il mantenimento di tutti i servizi essenziali oggi esistenti. Per perseguire tale fine, viene previsto che i comuni capoluogo di provincia e i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti possano articolare il loro territorio per istituire le circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione dei servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal comune.
Il Cal ha condiviso l’impostazione della proposta di legge in esame, che si limita ad attribuire ai Comuni interessati la facoltà di articolare il proprio territorio in circoscrizioni, senza obbligo alcuno.
Nel corso della discussione sono emerse la richiesta di un chiarimento circa la disposizione in base alla quale, oltre ai comuni capoluogo, possono suddividere il proprio territorio in circoscrizioni anche i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti del Friuli Venezia Giulia, visto che in regione non esistono tali realtà.
E’ stato inoltre sottolineato che sarà fondamentale monitorare come concretamente operano tali forme di partecipazione democratica, in particolare per evitare che diventino impropri luoghi di potere e di condizionamento politico-amministrativo.