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QUADERNI
DI
ORIENTAMENTO
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sione legati proprio a questo pro-
gressivo allargamento delle funzio-
ni e delle responsabilità dell’orien-
tamento.
In un contesto come quello toscano,
sicuramente diverso dall’esperienza
della Regione Friuli Venezia Giulia,
ma altrettanto ricco di buone prati-
che e di consolidati servizi di orien-
tamento, il concetto di integrazione
si è profondamente radicato nel pro-
cesso di trasformazione dei sistemi
regionali. La normativa regionale, in
modo sicuramente innovativo per il
panorama nazionale, propone infat-
ti un sistema integrato di servizi,
centrato sui diritti della persona e
basato sulla valorizzazione della
domanda individuale. Il sistema è
infatti chiamato a garantire, in modo
integrato, diritti fondamentali come
lo studio, il lavoro, la cittadinanza
attiva, anche attraverso un servizio
di orientamento in grado di pro-
muovere il diritto all’informazione
ed il diritto alla scelta.
Di fatto emerge una nuova respon-
sabilità dell’orientamento che si as-
socia a nuove e più delicate funzio-
ni, come la gestione di strumenti in-
novativi e complessi, come ad
esempio i buoni formativi individua-
li, assegnati ai cittadini a seguito di
un percorso di orientamento e desti-
nati a finanziare un corso di forma-
zione professionale; oppure le carte
di credito formativo, assegnate dagli
orientatori dei Servizi per l’Impiego
ai cittadini che hanno specifiche dif-
ficoltà di accesso alla formazione;
oppure il “bilancio delle competen-
ze” richiesto in fase di orientamento
degli apprendisti alla formazione
esterna; oppure le diverse azioni di
orientamento nel sistema dell’edu-
cazione degli adulti; o come le atti-
vità di orientamento previste per
promuovere l’inserimento lavorativo
dei soggetti diversamente abili.
L’orientamento quindi, oltre alla tra-
dizionale funzione di sostegno alle
scelte individuali, assume nuove
funzioni strategiche come strumento
complesso e diffuso per la promo-
zione e la realizzazione degli obiet-
tivi delle politiche europee in tema
di formazione, occupazione e coe-
sione sociale. Nei documenti euro-
pei si legge che “un orientamento di
alta qualità lungo tutto l’arco della
vita è una componente chiave delle
strategie di istruzione, formazione e
occupabilità per conseguire l’obiet-
tivo strategico di far sì che l’Europa
diventi l’economia basata sulla co-
noscenza più dinamica del mondo
entro il 2010”.
Come emerge anche da questo
convegno, le nuove funzioni dell’o-
rientamento in questa prospettiva
europea di lifelong guidance, a so-
stegno delle politiche formative,
occupazionali e sociali, dovrebbe-
ro essere sicuramente funzioni de-
dicate e specialistiche. Questo si-
gnifica che non possono essere ga-
rantite solo da istituzioni e organiz-
zazioni che hanno una mission di-
versa dall’orientamento.
La nostra esperienza come Centro
Studi Pluriversum, agenzia specia-
lizzata nell’orientamento che opera
nel sud della Toscana con un team
di oltre cinquanta esperti, ci mette
quotidianamente di fronte a due
questioni chiave: la professionalità
degli orientatori e la necessità di in-
novare i modelli e gli strumenti di
intervento.
La prima questione è sicuramente
vitale per il futuro del sistema na-
zionale dell’orientamento: non solo
non è facile trovare competenze
professionali specifiche nel settore,
ma manca spesso una vera e propria
identità professionale, collegata ad
un’etica condivisa e una chiara
deontologia. Per intraprendere que-
sta professione è infatti necessario
fare un grande investimento perso-
nale in termini di formazione, di au-
todisciplina e aggiornamento conti-
nuo, e ciò difficilmente si concilia
con un’attività svolta in modo occa-
sionale, senza precise e forti motiva-
zioni.
Come agenzia, per rispondere a
questo problema, abbiamo scelto di
promuovere, da un lato, la forma-
zione di questo profilo, collaboran-
do con l’Università di Firenze nel-
l’organizzazione di un Corso di Per-
fezionamento annuale che ripren-
derà avvio a gennaio 2006, e, dal-
l’altro lato, la creazione di una co-
munità nazionale degli orientatori.
In particolare, abbiamo deciso di
sostenere le attività di ASSIPRO,
l’Associazione Italiana Professionisti
dell’Orientamento, l’organizzazio-
ne che aderisce all’AIOSP, la più im-
portante associazione internaziona-
le dell’orientamento. In questo mo-
mento storico è molto importante
che i professionisti che operano in
questo settore, come singoli o come
gruppi organizzati, possano entrare
in questa comunità nazionale e par-
tecipare attivamente al dibattito isti-
tuzionale, mettendo le proprie idee
e le proprie esperienze al servizio
del nascente sistema italiano dell’o-
rientamento.
La seconda questione è legata alla
capacità del sistema di sviluppare
nuove risorse, in termini di stru-
menti operativi, know how, innova-
zione, buone pratiche, competenze
specifiche. Anche in questo caso la
creazione di una comunità nazio-
nale degli orientatori potrebbe esse-
re una delle strade percorribili per
assicurare la qualità del sistema e la
trasferibilità delle metodologie più
efficaci. L’ipotesi di strutture territo-
riali dedicate, in grado di offrire an-
che supporto ai servizi locali che
offrono orientamento, potrebbe rap-
presentare una ulteriore risorsa per
il sistema.
La nostra esperienza in questo caso
è legata soprattutto ad una attività di
networking a livello europeo che ci
consente di confrontarci costante-
mente con altre realtà avanzate che
operano in altri paesi europei, come
per esempio le strutture della rete
Euroguidance.
Un altro contributo al dibattito è sta-
to portato da
Christian Elevati
, Con-
sulente Alpha Test che ha presentato
nel dettaglio un esempio di buona
pratica per l’orientamento in ingres-
so, realizzato all’Università di Bre-
scia.
Chiara Pacquola e Mauro Frongia
hanno invece riferito di un’indagine
conoscitiva che si inserisce nel pro-
getto multiregionale “Mestieri in Re-
te”, finanziato dal Ministero del
Welfare nell’ambito del Programma
Operativo di azioni di Sistema
Ob.3, e prevede la partecipazione
dei seguenti partner: il Centro di Ri-
cerca sull’Orientamento e Sviluppo
Scolastico-professionale (CROSS)
dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano per la regione Lom-
bardia, capofila proponente; il Job
Centre del Comune di Genova per
la regione Liguria; la Provincia di
Fano per la regione Marche; la Pro-
vincia di Treviso per la regione Ve-
neto. L’obiettivo generale del pro-
getto è il trasferimento del modello
europeo “Città dei Mestieri e delle
Professioni“, prendendo come riferi-
mento quello sviluppato presso la
“Cité des Sciences“ de La Villette di
Parigi e successivamente diffuso in
Europa tramite una procedura di
qualità denominata “Label della
Città dei Mestieri”.
L’obiettivo generale dell’indagine è
stato quello di individuare ed esa-
minare lo stato dell’arte delle espe-
rienze realizzate sul territorio, sul
tema dell’orientamento rispetto alla
scelta professionale, la formazione,
la ricerca di lavoro e la creazione
d’impresa.
Dall’indagine emerge che l’etero-
geneità dei servizi esistenti è ricon-
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