Linee guida
Presentate linee guida riordino “sistema regione-enti locali”
Nel corso della seduta del 14 novembre 2013 la presidente della Regione Debora Serracchiani ha presentato al Consiglio delle autonomie locali (CAL) le linee guida per il riordino del sistema degli enti locali), affiancata dall'assessore regionale Paolo Panontin presente anche il presidente della V Commissione del Consiglio regionale Vincenzo Martines.
La presidente ha evidenziato che quella delle Autonomie locali è stata inserita tra le prime riforme della legislatura perché ritenuta assolutamente necessaria non solo a causa della attuale crisi economica, ma anche per l’entrata in vigore, da qui al 2016, delle nuove norme statali in materia di contabilità e bilancio delle Pubbliche Amministrazioni, un percorso che, ha detto, ''impone una revisione profonda del sistema delle Autonomie locali''.
Un tanto al fine di “rendere competitivo il Friuli Venezia Giulia, dimostrando di saper esercitare fino in fondo la nostra specialità”. ''Il riordino delle Autonomie locali parte prima di tutto dalla stessa Regione, che sarà una Regione 'leggera' - ha detto Debora Serracchiani - e avrà principalmente il compito di legiferare e di programmare, trasferendo le funzioni gestionali ai Comuni organizzati in forma associata, secondo un modello di aggregazione forte.
In questo modo i Comuni, ha sottolineato la presidente, “potranno raggiungere adeguate economie di scala, rendere più efficienti i servizi ai cittadini, contenere la spesa. Andiamo verso una logica di semplificazione del sistema in sintonia con le indicazioni del Governo. Questo implica un graduale superamento delle Province. Lo diciamo senza alcun furore ideologico, ma perché lo spirito della riforma è di mettere al centro il cittadino''.
Sulle ''linee guida'', ha voluto precisare la presidente, la Regione è ''aperta alla discussione e intende raccogliere il contributo di tutti''.
L’assessore Panontin ha ricordato che è già previsto un percorso partecipato che coinvolgerà nei prossimi mesi tutti i portatori di interessi, sottolineando che quella presentata dalla Regione nelle ''linee guida'' vuole essere una riforma ''organica'' che tocca anche aspetti fondamentali come i meccanismi di trasferimento delle risorse ai Comuni, l'attuazione effettiva del comparto unico del pubblico impiego in Friuli Venezia Giulia, la semplificazione amministrativa attraverso lo sviluppo dell'Agenda digitale.
Martines ha sottolineato come nell’ultima pagina delle linee guida sia delineato un calendario di incontri che si ritiene utile effettuare durante il percorso di riforma.
Tale percorso sarà pertanto caratterizzato da diversi momenti di confronto anche alla luce del fatto che, poiché i temi risultano particolarmente importanti, ogni argomento dovrà venire approfondito singolarmente con i diversi attori.
Durante il dibattito numerosi sono stati gli interventi dei componenti del Consiglio delle autonomie locali. I rappresentanti delle Province hanno espresso giudizi critici sul testo illustrato se pur con alcuni distinguo. Per la provincia di Pordenone non risulta comprensibile la pervicace volontà di ridefinire le funzioni provinciali in una anticipazione della riforma nazionale senza, peraltro, chiarire come la riforma si declinerà nel dettaglio. Il rappresentante della provincia di Gorizia ha ricordato la contrarietà di eminenti costituzionalisti rispetto ad una soppressione delle Province che avvenga tramite legge ordinaria e i dubbi avanzati, anche dalla stessa Corte dei Conti, circa gli effettivi risparmi di scala conseguenti alla soppressione stessa.
Per la provincia di Udine, finchè non si procederà alla modifica della Costituzione e dello Statuto regionale, risulta illegittimo qualsiasi progetto che attenga alle province. Inoltre, la sostituzione delle aree vaste con i ben più numerosi ambiti territoriali moltiplicherà i centri di spesa.
La provincia di Trieste ha sottolineato come il percorso più appropriato per giungere al superamento degli enti di area vasta sia quello di procedere alla modifica dello Statuto provvedendo, nel frattempo, ad analizzare nel dettaglio le importanti funzioni svolte dalle province a vantaggio dei cittadini le quali, per loro natura, non possono venire attribuite alle aggregazioni di comuni.
Dal canto loro i rappresentanti dei Comuni hanno espresso condivisione per il processo di riforma di cui si riconosce la necessità, raccomandando attenzione per alcuni aspetti di dettaglio.