Localizzazione e caratteristiche stazionali

La proprietà occupa una fascia del territorio comunale di Paularo che si trova al confine con il territorio di Moggio Udinese e ha una superficie complessiva di circa 815 ettari.
Dal punto di vista orografico, si colloca nella parte alta del versante, tra il dosso Chianeipade, il monte Cullar, la forca Zouf di Fau, fino alla vetta del monte Sernio.
Nella parte più settentrionale, in corrispondenza del bacino del rio Turriea, la proprietà è interessata da evidenti fenomeni di evoluzione geomorfologica dovuti alla presenza di una faglia della Linea Fella-Sava.
Dal punto di vista della copertura forestale, la Foresta della Forchiutta è caratterizzata dalla presenza di boschi composti da abete bianco, abete rosso e faggio, mentre il pascolo occupa modeste superfici al limite nord orientale della proprietà.

Storia

In passato le attività legate allo sfruttamento dei prati e dei pascoli garantivano una redditività economica e avevano quindi un'importanza testimoniata ancora oggi da vari fabbricati, un tempo destinati all'attività della monticazione e attualmente più o meno conservati.
Nel 1970, l'Amministrazione regionale acquistò la proprietà privata del Consorzio privato della Forchiutta, costituito da abitanti originari di Dierico, frazione di Paularo.
La gestione attuata in seguito portò a caratterizzare in senso forestale la proprietà, attraverso il rimboschimento artificiale dei prati e dei pascoli non più utilizzati e alla costruzione di viabilità di servizio.

Produzione legnosa

La Foresta della Forchiutta è caratterizzata dalla carenza di viabilità di servizio che determina la ridotta attuazione delle previsioni di utilizzazioni del Piano di gestione forestale.
Dei 312 ettari di bosco di produzione, solo 92 sono serviti direttamente da viabilità principale, con una densità media di 25 metri per ettaro. Una sola particella di 37 ettari di superficie è servita da una strada camionabile. La viabilità secondaria interessa 32 ettari ed è costituita da trattorabili e piste di esbosco, con una densità media di 38 metri per ettaro.
La possibilità di ottenere produzioni legnose di qualità nella zona è testimoniata anche dalla presenza di un incluso nella proprietà regionale – il Bosco di Griffon – un tempo di proprietà della Repubblica di Venezia e attualmente del Consorzio Boschi Carnici.
Il Piano di gestione forestale stima che annualmente sia possibile utilizzare circa 2.200 metri cubi di legname, prevalentemente resinoso. Allo stato attuale, la distanza di questa Foresta dal fondovalle non rende però conveniente lo sfruttamento della risorsa legnosa.

Fruizione turistica e protezione della natura

Il Rifugio forestale Chianeipade, nella località omonima, e il bivacco Casera del Mestri, di recente costruzione alle pendici del monte Sernio, sono i due soli fabbricati che possono costituire un punto di appoggio per attività di fruizione turistico ricreativa (fruibili in base al Regolamento che trovi qui sotto).
Ai fini della tutela naturalistica dell'area, nella parte meridionale della proprietà è stata istituita un'area wilderness a tutela integrale, con una superficie complessiva di 439 ettari, all'interno della quale è previsto che la vegetazione sia lasciata alla libera evoluzione.
Per l'accesso da parte di escursionisti vi sono alcuni segnavia del CAI che consentono di raggiungere la proprietà sia dal versante di Paularo che dal versante di Moggio Udinese e che si connettono al percorso dell'Alta Via della Val d'Incarojo.

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