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QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 47
mento di cui è protagonista l’allievo; la
classenonèpiùunuditorio, ma un labora-
torio. È chiaro che tutto ciò comporta per
il docente un progressivo cambiamento
del proprio modo di lavorare.
Ma cosa serve per lavorare con questa
metodologia? Nel complesso relativa-
mente poco, ossia un tablet o pc collegati
ad Internet e dotati di pacchetto
Office
automation
, un browser, una casella e-
mail, un sito appositamente creato a cui
il ragazzo si collegherà liberamente da
casa ogni volta che sarà necessario per
accedere al materiale (materiale didattico,
gli esercizi risolti e gli esempi, le consegne
dei compiti a casa). In un apposito capi-
tolo gli autori spiegano dettagliatamente
come fare per creare tale sito.
Il lavoro più impegnativo per il docente,
almeno inuna prima fase, consisteproprio
nel predisporre il materiale, in particolare i
video, ma anche a questo viene dedicato
un intero capitolo con istruzioni, suggeri-
menti ed esempi.
Quali sono i vantaggi? In primo luogo
il tempo in classe aumenta, consentendo
al docente di cambiare radicalmente
l’impostazione dell’attività didattica: si
può lavorare sulla didattica per compe-
tenze che prevede che i ragazzi imparino
non solo fatti, idee e concetti, ma che
soprattutto imparino come applicarli
in concreto e come utilizzarli in ambi-
ti non convenzionali, trasformando le
conoscenze, appunto, in competenze.
Quando arriva a scuola il ragazzo sa
già di cosa si parlerà, può aver pronte
delle domande da fare o potrà essere
di aiuto agli altri; al docente non servirà
molto tempo per riprendere l’argomento,
potrà avviare l’attività e rispondere poi
individualmente alle singole esigenze
degli allievi, potrà far lavorare i ragazzi in
gruppo, sviluppando così l’apprendimen-
to collaborativo. Attraverso quelle che
vengono chiamate“prove esperte”si può
lavorare sulle competenze assegnando
agli studenti un compito significativo
di cui viene spiegato il significato e dati
esempi concreti con indicazioni pratiche.
Le attività proposte saranno poi efficaci
nella misura in cui lasceranno al discente
la costruzione dei significati avvicinando-
si alle strategie della ricerca scientifica;
se chiamati a risolvere un problema i
ragazzi saranno più motivati, dovranno
usare creatività, intuizione e riflessione.
In un simile contesto viene “capovol-
ta” anche la valutazione, poiché tutte le
attività svolte in classe sono applicazio-
ni personali delle conoscenze o delle
competenze acquisite e forniscono un
continuo e costante monitoraggio dei
progressi fatti; l’insegnante è costante-
mente impegnato a valutare il lavoro
degli studenti che, per contro, ricevono
continui feedback: di fatto svolgendo in
classe i compiti per casa il numero delle
prove di ciascuno si moltiplica.
Gli autori sono consapevoli di quan-
to tutto questo possa non essere facile
per il docente e richiedere un lavoro di
preparazione e di gestione imponente,
ma forniscono indicazioni pratiche ed
esempi su come fare.
Infine gli autori rispondono, cercando
di fornire possibili soluzioni, a 10 doman-
de che esprimono perplessità e criticità
sollevate sia dai docenti che dai genitori:
ad esempio quali sono le basi teoriche e
le prove dell’efficacia del metodo, come
superare la difficoltà legata al possibile
non accesso ad Internet, la possibilità che
i ragazzi non guardino a casa i video o
i materiali, o che, viceversa, passino ore
davanti ad un computer; il rischio che
questo si trasformi in un maggior carico
di lavoro a casa quando si tende sempre
più a pensare come il tempo a casa ad
un tempo per fare altro; quanto riesce il
sistema scolastico così come strutturato
a“reggere”una impostazione così diversa.
Chiude il libro un’appendice che rac-
coglie messaggi e testimonianze che
danno conto dell’interesse che si sta di-
mostrando nei confronti di questo ap-
proccio didattico e sono di stimolo alla
riflessione.
Chiara Busato
Psicologa COR
Gorizia
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