Il Consiglio delle autonomie locali nella seduta del 28 giugno ha espresso a maggioranza parere favorevole sulla deliberazione n. 1023 della Giunta regionale con la quale è stata approvata in via preliminare la proposta di Programma regionale di finanziamento in materia di sicurezza per l’anno 2010. (vedi deliberazione CAL n. 31/2010).
Tale programma mantiene una struttura simile a quella del documento precedente e quindi consiste in una prima parte relativa all’analisi delle criticità rilevate sul territorio della regione e in una seconda dedicata agli specifici ambiti di intervento, a sua volta suddivisa nelle tre macroaree: realizzazione di progetti di rilievo regionale in materia di sicurezza e promozione della legalità, progetti locali di comuni e province e altri soggetti pubblici in materia di sicurezza e interventi degli enti religiosi riconosciuti dallo Stato italiano per acquisto, installazione e manutenzione di sistemi di videosorveglianza per edifici religiosi, di culto e di ministero pastorale di particolare pregio storico, artistico e culturale, situati sul territorio regionale.
Durante la riunione del 28 giugno, dopo aver esaminato le richieste di chiarimento già formulate a seguito dell’esame preliminare effettuato nella seduta congiunta della I e III Commissione del 14 giugno, sono emerse ulteriori e puntuali osservazioni.
In particolare, è stato ribadito l’eccessivo grado di genericità dell’analisi del fenomeno criminale sul territorio del Friuli Venezia Giulia contenuta nel programma regionale e l’o pportunità che i dati analitici fossero aggiornati.
E’ stata quindi segnalata l’importanza fondamentale, nel contrasto alle varie forme di criminalità, di sale operative funzionali ed efficienti, importanza che dovrebbe trovare maggior riconoscimento anche in sede di definizione dei punteggi utilizzati per la concessione dei contributi.
Inoltre è stato sottolineato come la semplice informazione emergente dallo SDI - Servizio di Indagine - banca dati delle Forze di Polizia italiane non sia sufficiente a far comprendere la reale portata del fenomeno criminale; a tal fine è necessario effettuare un'attività di valutazione e di elaborazione anche delle fasi successive alla mera iscrizione nella banca dati, in particolare verificando quante iscrizioni vengono cancellate e quante, invece, danno avvio ad un procedimento penale.
E' stata rilevata l’assenza, nella parte dedicata all’analisi delle situazioni di criticità in materia di politiche della sicurezza, di riferimenti ai preoccupanti fenomeni della prostituzione e dell’alcolismo giovanile presenti in regione.
Da ultimo è stata espressa preoccupazione per il fatto che istituzioni che gestiscono luoghi di autonomia e di aggregazione giovanile, come l’ERDISU abbiano chiesto di potenziare i propri meccanismi di controllo e di videosorveglianza e perplessità circa la previsione che enti locali debbano provvedere alla rendicontazione dei contributi ottenuti.
Nell’ultima seduta del 15 settembre il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso invece parere favorevole all'integrazione del programma regionale di finanziamento delle politiche di sicurezza (vedi deliberazione CAL n. 38/2010).
''Abbiamo voluto integrare il programma - ha spiegato l'assessore regionale alle Autonomie locali Federica Seganti - considerando i temi più pressanti per la società regionale, come il contrasto al bullismo ed alla diffusione di stupefacenti e droghe nelle fasce giovanili, la promozione della sicurezza della donna e le politiche attive contro le truffe agli anziani. Sono stati reperiti 650 mila euro in variazione di bilancio - ha reso noto l'assessore - che andranno a finanziare progetti su questi temi e su altri di importanza nodale, quali ad esempio il rafforzamento dei controlli in quelle zone dove sono stati segnalati casi di concorrenza sleale: mi riferisco soprattutto - ha precisato Seganti - al Triangolo della Sedia dove sono insediate alcune aziende cinesi che eludono tutte le normative di sicurezza sul lavoro e fiscali''.
Il programma prevede il finanziamento di programmi organizzati dalle Forze dell'ordine in collaborazione tra Stato e Regione e la copertura delle domande specifiche presentate da parte dei Comuni per quanto riguarda gli accordi tra la Regione e le Polizie locali.