Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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L'Assessore Violino: "La rosa di Gorizia", un bene tutelarne il nome per lo sviluppo di tutto il territorio.

"La Rosa di Gorizia è una peculiarità del nostro patrimonio agroalimentare che dobbiamo assolutamente valorizzare". Così l'assessore regionale alle Risorse rurali e agroalimentari Claudio Violino dopo la serata tenutasi negli scorsi giorni a Gorizia e che ha dato il via alla seconda edizione della manifestazione "Il Giallo e la Rosa".
Ancora di più in questo momento, è stato sottolineato, vista la risonanza addirittura internazionale di quest'eccellenza agroalimentare del Friuli Venezia Giulia, sulle ali del premio "Risit d'aur" di Percoto. Nel suo intervento, l'assessore ha sottolineato più volte come la Regione sia attenta alle richieste dei produttori e cerchi di valorizzare il più possibile la tipicità ed il legame al territorio, prerogativa necessaria per l'agricoltura dei prossimi vent'anni che, ha detto Violino, "o sarà friulana o non sarà". In questo disegno rientra anche la valorizzazione di prodotti di nicchia come la Rosa di Gorizia, tra le migliori eccellenze regionali. "Siamo assolutamente aperti e disponibili a dare una mano ai produttori della Rosa - ha osservato ancora Violino - anzi, posso dire di aver già preso contatti con loro per fissare un incontro al più presto". L'intenzione dell'assessore è quella di riuscire a coinvolgere i produttori di Rosa di Gorizia - che sono già riuniti nell'associazione "Produttori radicchio rosso di Gorizia o Rosa di Gorizia e/o Canarino di Gorizia", otto stoici agricoltori o "mohicani" dell'agricoltura, li ha definiti Violino - per poter dare un marchio che possa tutelare il radicchio a forma di Rosa da varie "intrusioni", in primis quelle venete.
"Senza contare - ha precisato - che alla Camera di Commercio di Udine, il nome "Rosa di Gorizia" sembra essere già stato registrato da un privato, che niente ha a che fare (pare) con il mondo agricolo goriziano". La tutela, infatti, non è semplice, poiché "i vari passaggi per il riconoscimento della d.o.p. sono lunghi e, purtroppo, defatiganti". L'iter infatti, prevede che siano i produttori a partire associandosi e presentando la richiesta al ministero, che a sua volta inoltrerà la documentazione direttamente alla Ue. Il percorso - come si è visto, ad esempio, con l'ultima d.o.p. riconosciuta, quella della Brovada Friulana - richiede tempi lunghi (circa due anni) ed è piuttosto oneroso. "È chiaro che con piccoli numeri come nel caso dei produttori della Rosa e del Canarino, un'operazione di questo genere è più difficoltosa e onerosa - ha commentato Violino - ma non dobbiamo comunque lasciare nulla di intentato".
Se proprio una d.o.p. o una i.g.p. non sarà alla portata degli agricoltori di Gorizia, si può sempre partire con iter di certificazione meno pesanti, come ad esempio il marchio Aqua dell'Ersa. Questa, secondo Violino, la strada che si può tentare di percorrere, anche per "fornire un'ulteriore aggregazione dei produttori, tutelando il nome della Rosa e del Canarino, che già da parecchi anni sono oggetto di ricerca e di assistenza tecnica da parte dell'Agenzia regionale di Sviluppo in agricoltura. "I produttori di Rosa avranno comunque il nostro sostegno - ha concluso l'assessore - dal nostro punto di vista l'apertura è totale". 

 

INFO:  Segreteria Assessore Claudio Violino 
            ass.agricoltura@regione.fvg.it       
            tel. 0432 555361 
           

 



FOTO: Archivio Direzione Centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali