Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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Violino: No ad OGM a tutela della cultura del territorio

Una terra ricca di specificità agroalimentari (oltre 150 i prodotti censiti in tutto il Friuli Venezia Giulia) non può permettersi di disperdere questo patrimonio introducendo tra le pratiche colturali abituali l'utilizzo di sementi OGM.
Lo ha ribadito l'assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino nel corso dell'odierna presentazione del volume di Elisa Franco "Scienza incerta e dubbi dei consumatori - Il caso degli organismi geneticamente modificati" (realizzato da Slow Food), svoltasi al quartiere fieristico udinese nell'ambito di "Agriest" . Un libro che prospetta gli elementi che hanno indotto parte dell'opinione pubblica a porsi dei dubbi sugli effetti che l'utilizzo di sementi OGM potrebbe produrre sull'organismo e sull'ambiente e che sintetizza nella conclusione, pubblicata in copertina, come la prudenza è d'obbligo di fronte a scelte - gli OGM - che modificano profondamente l'ambito nel quale vengono applicate. L'assessore Violino, nel suo intervento, ha ricordato che il Friuli Venezia Giulia ha adottato una scelta ben precisa in materia di OGM, anche in conseguenza del fatto che proprio sul territorio regionale l'agricoltura si era trovata "in trincea" sull'argomento, divenendo la nostra realtà emblema di un problema reale a livello europeo.
In considerazione di una carenza legislativa in materia, fu così redatta una legge, condivisa dall'allora ministro alle Politiche agricole Luca Zaia, che all'interno di una cornice legislativa comunitaria, con l'approvazione di una larga maggioranza in Consiglio regionale, decretava il "no" del Friuli Venezia Giulia alle colture geneticamente modificate, anche con il sostegno di 58 associazioni del settore rurale e ambientale. Fu una scelta, ha ribadito Violino, non certo dettata semplicemente da motivi emozionali, ma volta a tutelare un patrimonio agricolo e tradizionale senza pari. Infatti, è stato spiegato nel corso del convegno, l'utilizzo delle sementi OGM in agricoltura renderebbe estremamente vulnerabili gli agricoltori rispetto all'influenza delle multinazionali. Nel contempo, come ha poi ribadito Violino, depauperebbe il settore primario del Friuli Venezia Giulia, che si distingue per specificità, peculiarità e spiccate eccellenze: unici requisiti, in quest'epoca di crisi, in grado di consentire all'agricoltura regionale di vincere le sfide della globalizzazione.
I numeri che caratterizzano la nostra agricoltura, ma anche quella del "vecchio continente", sono infatti minimi rispetto a quelli che invece contraddistinguono le grandi realtà rurali del globo. Basti pensare che il vigneto regionale consiste in soli 20.000 ettari, pari al 2 per cento della superfice vitata nazionale. La stessa produzione del prosciutto di San Daniele è di molto inferiore rispetto a quella di altri analoghi prodotti nazionali, mentre il formaggio Montasio viene venduto per il 90 per cento nel Friuli Venezia Giulia. A fronte di questi dati, è stato ricordato, la Regione ha individuato un marchio di produzione "Tipicamente Friulano" che esalta le peculiarità facendo massa critica della proposta delle eccellenze agroalimentari del territorio sotto un'unica "griffe" che mette in risalto la cultura del territorio, analoga, ha sottolineato Violino, al modello, individuato dal sociologo Marc Bloch, rappresentato dalle scelte adottate dalla popolazione per sfruttare le risorse locali. Tutt'al più, ha concluso Violino, gli OGM potrebbero avere un senso qualora fossero applicati per risolvere le problematiche fitosanitarie delle produzioni rurali, ma solo in tale caso. In precedenza erano intervenuti Aldo D'Amore, della Coldiretti regionale, Max Plett, presidente di Slow Food FVG, e Cinzia Scaffidi, direttore del Centro studi Slow Food.

 


 

INFO:  Segreteria Assessore Claudio Violino 
            ass.agricoltura@regione.fvg.it       
            tel. 0432 555361 
           

 



FOTO: Archivio Direzione Centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali