Cultura, territorio, origine, qualità: sono gli elementi fondanti del successo
del Prosciutto di San Daniele, un caposaldo del settore agroalimentare del Friuli Venezia Giulia.
Un successo ribadito a San Daniele del Friuli, in occasione della presentazione del n. 7 di
''Tiere furlane/Terra friulana'', la rivista del territorio - edita dalla Regione - che prospetta
di volta in volta le carature del territorio e delle tradizioni della nostra
realtà. L'assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino,
nel suo intervento, ha ripreso le parole introduttive del direttore della rivista Christian
Romanini soffermandosi sulla ricorrenza del cinquecentenario (1511) della rivolta del ''joibe
grasse'' (del giovedì grasso), che non a caso ha coinciso oggi con la presentazione della
pubblicazione.
Volino ha infatti posto in analogia il risveglio della civiltà contadina sfociato nel 1511
nella prima rivolta di popolo dell'epoca con quella sorta di rinascimento culturale che la Regione
intende favorire all'interno del mondo rurale del Friuli Venezia Giulia, con l'obiettivo di
innovare l'agricoltura regionale per renderla meglio competitiva e pronta ad affrontare le sfide
del ''dopo crisi''. D'altra parte, il Prosciutto di San Daniele, la sua DOP, il consorzio dei
produttori (che, ha ricordato il suo presidente Alberto Morgante, rappresenta 31 prosciuttifici con
600 addetti), il Distretto di San Daniele e l'intera realtà locale hanno già percorso la strada
dell'innovazione. E la filiera suinicola è, secondo Francesco Ciani, responsabile
dell'Istituto Nord Est Qualità che certifica le produzioni locali, l'elemento dell'economia più
localistico, radicato e tradizionale che c'è sul territorio del Friuli Venezia Giulia: una realtà
sana a livello produttivo in grado lo scorso anno di realizzare 2 milioni e 750 prosciutti,
registrando un aumento delle vendite del 5 per cento.
La ricetta del successo del San Daniele, com'è stato specificato, è rappresentata dalla
scelta di distribuire il prodotto prosciutto affettato in vaschette che ne garantiscono la qualità
e lo rendono esportabile e pronto al consumo. Il San Daniele viene realizzato da prosciutti di
razza Large withe, allevati in 4.500 aziende situate in dieci regioni vocate dell'Italia
centro-settentrionale. L'affermazione del prosciutto friulano è dovuta anche alla scelta
adottata alla metà dello scorso secolo, come hanno ricordato Ciani ed Enos Costantini, di
abbandonare l'allevamento del suino nero, razza autoctona diffusa anticamente anche negli
allevamenti domestici, per passare al cosiddetto suino pesante (withe large).
Ecco dunque, secondo l'assessore Violino, emergere ora una nuova opportunità per il mondo
agricolo regionale: l'esigenza di diffondere la suinicoltura, per fare sì che i maiali destinati
alla realizzazione del San Daniele siano per gran parte allevati nel Friuli Venezia Giulia,
conferendo in questo modo un maggiore impulso alla DOP ed al prosciutto tipico locale. Nel
contempo, la riscoperta dell'allevamento delle razze autoctone locali, come il maiale nero (razza
certo meno vocata alla realizzazione del delicato prosciutto di San Daniele), può consentire di
ricavare nuovi spazi alla suinicoltura grazie alla qualità e al pregio delle carni. Magari
affermandone i prodotti derivati attraverso le prassi dell'agricoltura biologica, settore
che sta sempre più consolidandosi tra le attese dei consumatori della regione.
INFO:
ass.agricoltura@regione.fvg.it
Segreteria Assessore; tel. 0432 -
555361
FOTO: Archivio Direzione Centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali