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Risorse naturali

Via libera alla norma per il recupero dei terreni incolti e abbandonati

Nella seduta del 9 febbraio 2010 il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole, condizionato all’accoglimento delle osservazioni formulate, sulla proposta di legge n. 95 che riguarda gli "Interventi di promozione per la cura e la conservazione finalizzata al risanamento e al recupero dei terreni incolti e/o abbandonati nei territori montani", promossa dal consigliere regionale Franco Baritussio (vedi verbale CAL n. 3/2010 sul sito http://consiglioautonomie.regione.fvg.it/).

Gli obiettivi della norma sono, principalmente, quelli di combattere il degrado ambientale, migliorare e conservare il paesaggio, salvaguardare il suolo ed i suoi equilibri idrogeologici, prevenire gli incendi boschivi e contenere la diffusione delle zecche e di altri parassiti o animali nocivi alla salute umana e animale.

La concreta realizzazione è affidata ai Comuni, che, attraverso lo strumento della concessione in affido (volontaria o amministrativa), prenderanno in carico i terreni per affidarli a chi materialmente eseguirà gli interventi (soggetti operatori), fatta salva la facoltà per gli enti locali stessi di provvedervi direttamente.

Nel corso della discussione è stata evidenziata la necessità di chiarire le conseguenze e gli effetti giuridici del vincolo derivante dalla concessione in affido in via amministrativa, trattandosi di un istituto che va ad incidere sensibilmente su diritto di proprietà di soggetti privati.

Sono state inoltre espresse perplessità in merito alla scelta di prevedere che i terreni comunali interessati possano essere individuati avvalendosi dello strumento della variante non sostanziale agli strumenti di pianificazione comunale.

Il consigliere Baritussio ha inoltre accolto la richiesta di inserimento tra le previste "aree secondarie" della categoria dei "terreni a rischio di abbandono", prevedendo per tali immobili strumenti di incentivazione alla manutenzione differenti dai meri indennizzi e un vincolo temporale alla loro utilizzazione agricola inferiore al quinquennio indicato dalla norma.

Da ultimo, è stata evidenziata l’esigenza di specificare la possibilità per i Comuni di utilizzare risorse proprie, in aggiunta a quelle messe a disposizione dalla Regione per gli interventi previsti, per rispondere a tutte le richieste presentate dai cittadini.

 

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