Riforma sanità
Concluso il confronto sulla riforma dell’organizzazione della sanità regionale
La Conferenza permanente per la Programmazione sanitaria, sociale e socio sanitaria regionale, riunita dal Presidente, Roberto Ceraolo, Sindaco di Sacile, il 16 ottobre 2012 ha adottato, con voto unanime, una deliberazione nella quale ha espresso le proprie considerazioni in merito al Ddl regionale sul "Riordino istituzionale e organizzativo del Servizio Sanitario Regionale".
Il documento tiene conto dei contributi fatti giungere dalla Conferenza dei Sindaci della Provincia di Gorizia, dall’Ambito Distrettuale n. 4.5 “dell’Udinese”, dal Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASS n. 5 “Bassa Friulana”, unitamente al Presidente degli Ambiti Distrettuali n. 1.1 “Duino Aurisina – Sgonico – Monrupino”, n. 1.2 “Trieste”, n. 1.3 “Muggia – San Dorligo” e n. 2.2 “Basso Isontino” nonché da Federsanità ANCI-FVG, e dell’ampio ed articolato confronto che si è svolto nelle sedute del 24 settembre e del 16 ottobre a seguito dell’illustrazione, effettuata dall’Assessore regionale alla salute, Luca Ciriani, dei presupposti, contenuti e finalità della riforma della sanità varata dalla Giunta Tondo. “Pur disponendo di un sistema sanitario con molti punti di eccellenza, la nostra regione – aveva precisato l’Assessore, -si trova oggi di fronte alla necessità di innovare molti aspetti organizzativi, peraltro frutto di norme risalenti ancora al ’95, proprio per garantirne la sostenibilità nel lungo periodo, l’appropriatezza delle tutele sanitarie alle mutate esigenze della popolazione, l’uniformità e la coerenza dei servizi resi sul territorio”.
La Conferenza, nel proprio documento, riconosce che il sistema "necessita di un'opportuna riforma che punti al mantenimento e alla sostenibilità dell'elevata qualità delle prestazioni sanitarie e socio assistenziali di iniziativa pubblica" erogate in Friuli Venezia Giulia e sottolinea la convinzione che "una riforma del sistema sanitario sia ineludibile nella prospettiva della sostenibilità economica della sanità pubblica e per mantenere l'eccellenza delle risposte fornite dal sistema regionale nell'ambito delle trasformazioni in atto sotto i profili demografico ed epidemiologico della popolazione regionale".
La Conferenza permanente concorda poi sul fatto che "l'attualità impone l'adozione di modelli rivolti alla massima integrazione dei servizi sanitari e socio assistenziali, nell'ottica di una 'presa in carico' del paziente che garantisca appropriatezza e continuità della cura".
Nel documento approvato, si evidenzia anche come "l'articolato del disegno di legge perimetri una 'cornice' di riferimento, peraltro non omogenea per il territorio regionale nel suo complesso (con caratteristiche sociali, demografiche, epidemiologiche e geomorfologiche molto diverse), che non esaurisce le problematiche presenti, anzi le rinvia a successivi provvedimenti attuativi".Da qui la richiesta del sistema delle autonomie locali di "un ampio ed articolato confronto preventivo". La Conferenza permanente esplicita anche la propria preoccupazione per il dimensionamento prospettato per il distretto, "ritenendo che il principio della coincidenza con l'ambito risponda alla necessità di formulare compiutamente il raccordo tra servizi sanitari e socio assistenziali", proprio nella logica della continuità assistenziale e dell'appropriatezza delle cure. Inoltre viene evidenziata "l'opportunità di mantenere le deroghe relative al numero minimo di abitanti per i distretti presenti in realtà montane come attualmente previsto dalla legge regionale 12 del 1994". Infine la Conferenza all'unanimità rivendica il rispetto del ruolo dei Comuni nei compiti di indirizzo e di controllo in materia che sono loro attribuiti dalla legge, ritenendo che tale garanzia possa essere compromessa da un ampliamento abnorme del numero di abitanti per distretto e quindi degli ambiti e, conseguentemente, del numero delle municipalità convergenti all'interno di un'unica Assemblea dei Sindaci".
"Un'ulteriore dimostrazione di maturità da parte del sistema delle autonomie locali che, sulle questioni che contano per i cittadini della Regione, sa trovare intese che vanno oltre gli steccati delle appartenenze e dei colori politici". Così si è espresso il Presidente Roberto Ceraolo, Sindaco di Sacile, in merito al provvedimento adottato.
"I Sindaci - ha proseguito Ceraolo - si confermano interpreti dei bisogni delle loro comunità e interlocutori responsabili del legislatore regionale nella formulazione dei provvedimenti che le riguardano. L'ampiezza dei contributi presentati nell'articolato dibattito svolto e la proficua sintesi alla quale si è giunti - ha concluso - costituisce un'ulteriore e concreta affermazione del ruolo della Conferenza quale organo di riferimento nella programmazione sanitaria e sociosanitaria e di raccordo fra la Regione e gli enti locali".
La deliberazione della Conferenza è stata trasmessa al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio regionale ed all’Assessore regionale alla salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali.