Coerentemente con i tassi di crescita dell’economia, le assunzioni a
novembre crescono
del 20,7% rispetto a novembre 2019. Si tratta nel complesso di
oltre 21mila assunzioni. Cresce relativamente di più la componente
maschile (+28.4%) rispetto a quella
femminile (13.8%), trainata dalla notevole espansione nelle
costruzioni e sistema casa (+48.8%) e nelle
attività manifatturiere (+45.7%). La crescita riguarda
tutti i settori economici, compreso il terziario (+18.1%), ad eccezione del
comparto alberghi e ristoranti (-5%).
Il saldo occupazionale
Con la robusta ripresa della dinamica di scambio nel mercato del lavoro tendono a crescere
anche le
cessazioni (+18.8% la variazione tendenziale a novembre), la quota maggiore
riguarda la fine dei rapporti a termine mentre, come abbiamo avuto modo di sottolineare, al momento
non ci sono segnali di tensione sul lato dei licenziamenti individuali o collettivi. Il
saldo occupazionale del periodo (attivazioni al netto delle cessazioni) è pari a
oltre 1.050 unità. Con i dati del penultimo mese dell’anno, come auspicato, le assunzioni nel 2021
(224mila circa) hanno superato quelle del 2019 (220mila circa), un incremento pari all’1,6%.
Nel complesso le cessazioni sono allo stesso livello del 2019 (circa 198mila), per un saldo
positivo pari a oltre 25mila unità.
E’ molto probabile un aumento dell’occupazione dipendente misurato dal saldo netto a fine
anno, che probabilmente andrà a compensare il dato del 2020 che ha visto la riduzione soprattutto
delle posizioni di lavoro dipendente a termine, come segnalato recentemente dai dati dell’O
sservatorio dipendenti dell’INPS.
Osservando l’andamento mensile il livello delle assunzioni del 2021 ha iniziato a superare
quello del periodo pre-pandemia a partire dal mese di maggio, in concomitanza con l’allentamento
delle misure di contenimento della pandemia. Da quel momento in poi le previsioni di “rimbalzo” del
PIL si sono concretizzate con una crescita di oltre 6 punti percentuali per il FVG, confermandosi
come una delle regioni con la più intensa crescita nel periodo.
I dati sui contratti
Considerando il periodo gennaio-novembre, viene confermata la tendenza alla forte
crescita nelle attivazioni dei contratti di lavoro a termine, in particolare il
tempo determinato (+4.4%), la
somministrazione di lavoro (+1%) e il
lavoro parasubordinato (+14.1%), mentre le assunzioni a tempo indeterminato hanno
subito un rallentamento rispetto al 2019 (-11.7%), dopo un lungo periodo di crescita del lavoro
stabile negli anni 2017-2019.
Tutti i dati macro economici mostrano buone prospettive, con minori incertezze per il futuro:
la crescita prevista nel 2022 è di poco sotto i 4 punti percentuali per la nostra regione. Da
segnalare il dato del III trimestre di quest’anno per l’export pro-capite del FVG che è il più alto
tra le regioni italiane e da diversi anni ai primi posti. Il ricorso al tempo determinato in questa
fase appare eccessivo. Qualche segnale positivo lo abbiamo per novembre 2021, che ha registrato la
parallela crescita del lavoro a tempo determinato (+28.3%) e del lavoro a tempo indeterminato
(+22.7%).
Le ricerche di personale
Le previsioni di assunzioni registrate dal sistema informativo
Excelsior-Unioncamere sono in leggero calo nel periodo dicembre 2021-febbraio 2022, ma comunque
sopra le 30mila unità di personale ricercato. Rimane alto il tasso di difficoltà
di reperimento del personale (45,6%), confermando che la crescita economica sta creando tensioni “
tipiche” come il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Questa forbice ha anche origini
strutturali meno evidenti ma fortemente vincolanti: con la regressione demografica la popolazione
residente in età attiva, che costituisce l’offerta di lavoro potenziale, in FVG è diminuita del
6,7% tra il 2002 e il 2021, soprattutto nelle fasce giovanili.
In linea con le assunzioni effettivamente registrate, le figure più ricercate in questo
momento sono soprattutto
operai specializzati, in particolare nella metalmeccanica e nell’edilizia, i
conduttori di mezzi di trasporto, mentre al di là del volume di richieste, sono particolarmente
cercate
figure specialistiche e tecniche, come gli esperti in informatica, fisica e
chimica, gli
operatori nella sanità e assistenza sociale, gli
ingegneri e
progettisti industriali, e i
tecnici delle vendite, del
marketing e della
distribuzione commerciale
La crisi pandemica sta indubbiamente portando a forti trasformazioni nel mercato del lavoro, sia dal lato dei processi di innovazione tecnologica sulla domanda di lavoro, sia di valori e preferenze sul lato dei comportamenti dell’offerta di lavoro, come forse il fenomeno dell’aumento delle dimissioni volontarie in parte indica. Probabilmente fungerà da acceleratore dei cambiamenti in atto già dal 2015 o anche prima. È ancora presto per tracciare un bilancio, ma indubbiamente occorre cogliere le opportunità che arriveranno dal cambiamento del quadro di policy: da una politica economica restrittiva e dai corridoi stretti, si è passati ad uno scenario fortemente espansivo, grazie alle aspettative create dal PNRR. Parte dell’economia regionale sta rispondendo con un aumento degli investimenti, capitalizzando anche la propensione all’innovazione piuttosto alta nel nostro territorio.