Struttura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è dedicata all’educazione ambientale e offre servizi al mondo della scuola, ai cittadini e ai turisti.

Il Centro didattico naturalistico di Basovizza si trova in provincia di Trieste ed è una struttura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia gestita dal Corpo forestale regionale. Il CDN ha tra le proprie finalità istitutive la didattica, la promozione e la divulgazione dei valori ambientali, oggi allargati anche ai principi europei dello sviluppo sostenibile (ambientale economico e sociale), in collaborazione con altri Enti, Pubbliche Amministrazioni e istituzioni museali.

Aperto al mondo della scuola, a cittadini e turisti, è dotato di tecnologie informative d’avanguardia sviluppate in lingua italiana, slovena ed inglese.

Le esposizioni permanenti valorizzano gli aspetti naturalistici, storici e culturali del Carso triestino e affrontano tematiche regionali e globali, come il rapporto tra l’uomo e le foreste, la biodiversità, la geodiversità e l’ecosostenibilità dei comportamenti umani in sintonia con gli ambienti naturali. Nella scelta delle tematiche da rappresentare nel percorso espositivo, si è deciso di dare ampio spazio alla parte sperimentale ed emozionale.

Nell’ambito della propria azione di valorizzazione del territorio e della cultura forestale, il Centro cura la pubblicazione di materiale didattico e divulgativo, promuove progetti didattici per le scuole di ogni ordine e grado con lingua d’insegnamento sia italiana che slovena e negli anni ha ideato e curato la realizzazione di numerosi sentieri naturalistici tematici.

Il Centro viene gestito da personale specializzato appartenente al Corpo forestale regionale.

Un po' di storia

La storia del Centro trova le sue radici in tempi lontani, quando il Carso, a seguito di tagli indiscriminati e a pascolo eccessivo, era stato deforestato e ridotto a nude pietraie. Verso la metà dell’Ottocento il Comune di Trieste realizzò nei pressi del borgo carsico di Basovizza un Vivaio Forestale funzionale alla grande opera di rimboschimento del Carso, poi proseguita dall’Amministrazione forestale austriaca e da quelle che si sono susseguite nel corso degli anni.

Grazie a forestali innovatori e abili maestranze locali, il Vivaio ha prodotto in un secolo e mezzo di attività decine di milioni di piantine di pino nero, essenza scelta come pianta pioniera. Le giovani piantine, coltivate nel vivaio, venivano successivamente trasportate e trapiantate nelle varie piantagioni artificiali del territorio giuliano. Un grande ed ambizioso progetto di ingegneria naturalistica che ha visto nel corso dei decenni la piantagione in tutto il comprensorio carsico-istriano di circa 200 milioni di piante. Il progetto ha ricevuto molti apprezzamenti, ottenendo nel 1900 il Grand Prix all’Esposizione Universale di Parigi.

Terminati i rimboschimenti e persa la sua funzione produttiva, negli anni ’90, grazie all'impegno di altri forestali e naturalisti innovatori, parte dell’ex Vivaio è stata trasformata nel Centro didattico naturalistico.

Nel 2006, nell'ambito dei programmi comunitari Obiettivo 2, la Regione ha provveduto alla ristrutturazione dell’edificio riservando particolare attenzione al dettaglio costruttivo e scegliendo come elemento di innovazione, l’utilizzo di alcuni criteri di bioedilizia.

Il Centro visite è stato inaugurato nel 2008 e arricchito negli anni successivi con allestimenti espositivi, nuove dotazioni tecnologiche e contenuti multimediali.

Nel 2020 in collaborazione con il Servizio Geologico della Regione Friuli Venezia Giulia, il percorso espositivo è stato implementato con gli allestimenti del Centro visite del Geoparco del Carso con approfondimenti sulla geologia del Carso classico.
 

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