Immigrazione: Roberti, strumenti sono hotspot e centro identificazione
Trieste, 17 lug - "Gli unici strumenti che in questo momento
possono essere messi in campo sul fronte dell'immigrazione sono
l'attivazione di un hotspot per raccogliere le persone che
purtroppo arrivano in Friuli Venezia Giulia attraverso canali
illegali e che quindi devono essere destinate ad altre regioni e,
all'interno della struttura stessa, il centro di identificazione
e trattenimento per i richiedenti asilo. A questi deve infatti
essere garantita in tempi brevi una risposta sull'esito della
domanda d'asilo e in caso di mancato accoglimento dell'istanza
avviare le procedure per il rimpatrio".
È quanto dichiarato dall'assessore regionale alla Sicurezza
Pierpaolo Roberti al termine della riunione con il prefetto di
Pietro Signoriello, alla quale hanno partecipato, tra gli altri,
i rappresentanti dei Comuni dell'ex provincia di Trieste e delle
sigle principali sindacali.
Evidenziando come quella di oggi non fosse una riunione
focalizzata sulla rotta balcanica e sulla presenza di stranieri
sul territorio, Roberti ha spiegato che "per l'immigrazione sono
stati specificamente stanziati i cosiddetti fondi Fami,
attraverso i quali le prefetture devono progettare e organizzare
progetti di integrazione che riguardano tutta la popolazione
straniera, di cui i richiedenti asilo rappresentano una minima
parte, dato che storicamente in Friuli Venezia Giulia sono
presenti comunità come quelle serba e kosovara. Da parte sua
l'Amministrazione regionale ha rimarcato che l'ultima legge
regionale in materia di immigrazione, approvata poco più di tre
mesi fa, ha precisi assi di indirizzo: una vera integrazione si
può sviluppare solo nel rispetto delle regole dello Stato e della
convivenza civile e favorendo l'inserimento nel mondo del lavoro
attraverso corsi di formazione".
L'assessore ha evidenziato che "gli episodi di violenza
verificatisi nell'ultimo periodo nella nostra regione sono una
conseguenza della passata non gestione del fenomeno migratorio.
Pensare che il tema dell'immigrazione possa essere affrontato
solo consentendo a tutti coloro che arrivano sul nostro
territorio di rimanervi senza alcuna forma di verifica o
controllo o schierarsi contro interventi come le riammissioni
informali significa aprire la strada alla mancata gestione del
fenomeno, che poi si traduce nell'impossibilità di integrazione
nel tessuto economico e sociale e, nei casi più estremi, in
episodi di violenza o illegalità".
ARC/MA
L'assessore regionale alla Sicurezza e Immigrazione Pierpaolo Roberti
Foto Regione FVG
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