Trieste, 29 mag - Evidenziando come il Friuli Venezia Giulia
non sia mai stato una regione marginale, il governatore Fedriga
ha rimarcato nelle dichiarazioni programmatiche della Giunta
regionale che "compito dell'amministrazione sarà quello di
integrare le strategie in essere per incidere in modo sempre più
puntuale sulle capacità attrattive della regione, sfruttando
inoltre quel profondo legame che unisce agricoltura e ambiente e
che dà vita a prodotti enogastronomici di assoluto livello. Non
dimentichiamoci infatti che larga parte della nostra filiera
agroalimentare rappresenta un vero e proprio capitale immateriale
che dovrà essere adeguatamente valorizzato in un percorso
parallelo a quello della promozione dei nostri beni artistici".
Il governatore ha chiarito che "la difesa delle specificità passa
anche attraverso la capacità di fare rete. Mettere in campo
sinergie con Austria, Slovenia e Veneto non implica affatto
cedere quote di mercato, ma è prerogativa utile a disegnare
strategie più ampie e condivise a beneficio del territorio. Alla
quantità deve tuttavia fare paio la qualità: investire sulla
formazione del personale delegato all'accoglienza, coinvolgendo
in primo luogo gli operatori e sulle relazioni internazionali,
grazie alle quali il Friuli Venezia Giulia e le sue peculiarità
disporranno di vetrine sempre più prestigiose, diventa pertanto
irrinunciabile a tali fini. Un turismo strutturato sui 365 giorni
è dunque un obiettivo che possiamo consolidare lavorando
all'integrazione di percorsi di valorizzazione di mare, montagna,
Collio, Carso e Laguna che, assieme ai punti di interesse
culturale, storico e paesaggistico, ma anche ad aspetti primari
quali la salute e il benessere, rappresentano le migliori frecce
al nostro arco".
Fedriga ha spiegato che "per fare tutto questo, occorre però un
progetto che sia coerente anche sotto il profilo tecnico, non
solo in termini di indirizzi politici, e capace di razionalizzare
e fondere i numerosi Piani di settore in un unico Piano di
Governo del Territorio. Un'idea precisa di ciò che intendiamo
lasciare in eredità ai nostri figli, ecco cosa serve. A loro
siamo chiamati a consegnare una regione più bella, più vivibile,
più pulita, ma anche più prospera. Il recupero di siti inquinati
e la dismissione di attività impattanti deve pertanto fare paio
con la ricerca di un punto di equilibrio tra la difesa
dell'ambiente e la libertà di fare impresa, senza dare luogo a
sterili contrapposizioni, ma tentando sempre di salvaguardare i
diritti di tutte le parti in causa".
In particolare secondo il governatore "è necessario superare le
vecchie culture industriali del Novecento e promuovere
gradualmente nuovi modi di pensare, nuovi stili di vita. La sfida
è innanzitutto culturale: dobbiamo abbandonare gli sprechi,
consapevoli che le risorse non sono illimitate, e potenziare le
fonti di energia alternativa anche attraverso quell'economia
circolare che ne favorisce la conservazione. Da qui l'urgenza di
un cambio di paradigma per avviare un modello di sviluppo basato
su investimenti, ricerca, innovazione e nuove professioni. Il
nostro obiettivo è, quindi, la sostenibilità possibile. Un
problema complesso quanto fascinoso che investe il processo
industriale ma anche l'educazione, l'efficienza, le mentalità, il
lavoro, la salute".
Nello specifico Fedriga ha evidenziato la necessità di
"razionalizzare dunque, ma anche semplificare. Una
semplificazione che sia in primo luogo di carattere normativo,
con l'approvazione di testi unici e l'istituzione di un nucleo
interdirezionale che si faccia carico della sburocratizzazione.
Alleggerire la macchina regionale, disporre di una legislazione
chiara e garantire tempi certi sono obiettivi ineludibili per una
Regione che intenda davvero essere punto di riferimento per
cittadini e imprese. Concetti che trovano numerosi ambiti di
applicazione: penso ad esempio ai problemi legati al mondo
dell'edilizia con un codice, varato nel 2009, che ha
meritoriamente già avviato uno snellimento procedurale e che, con
nuovi e più decisi interventi, contribuirebbe ancor meglio
all'operatività di tutti i soggetti".
Per il governatore però "nulla vale la pena di essere pianificato
in assenza di adeguate misure di carattere economico. Il rilancio
della competitività, dei consumi e dell'occupazione sono le vere
sfide che demarcano il confine tra il successo e l'insuccesso di
una qualunque amministrazione e che, in una regione come la
nostra, esprimono ancor di più il valore di una vittoria o il
peso di una sconfitta. In un quadro economico-finanziario
internazionale che mostra una debole ripresa e con un sistema
Italia ancora fermo, le politiche economiche regionali vanno
delineate in modo da agganciare la ripresa al primo, concentrando
gli sforzi sullo sviluppo del PIL e sul sostegno all'occupazione
con interventi uniformi tra i diversi comparti. Particolare
attenzione andrà inoltre rivolta alla disoccupazione giovanile e
a chi, a causa di crisi aziendali, è stato espulso dal mercato
del lavoro".
Fedriga ha quindi chiarito di essere "persuaso che giocare la
carta dell'innovazione di processo e di prodotto sia
imprescindibile per accrescere la nostra competitività sui
mercati. Cruciale è in tal senso anche la strategia di
internazionalizzazione, basata su alcuni assi d'intervento: il
potenziamento dell'export, sostenendo le aziende con incentivi e
piani di sistema; la promozione di filiere, che permettano
all'indotto di agganciarsi alla ripresa; lo sviluppo delle
competenze aziendali, per fornire orientamento qualificato in
vista dello sbarco sui mercati esteri".
Infine, il governatore ha confermato che un "ulteriore pilastro è
l'accesso al credito: immettere liquidità - con i fondi di
rotazione, il sostegno ai Confidi e interventi di private equity
da parte della società finanziaria regionale - in un sistema
soffocato, permettendo quindi alle aziende di investire per
crescere e creare posti di lavoro, è obiettivo inderogabile".
ARC/MA/ep