Ricerca: Rosolen, sicurezza comunicazioni esige studi quantistici
Inaugurati due nuovi laboratori dell'Ateneo di Trieste a
Basovizza finanziati dalla Regione Trieste, 23 gen - "L'inaugurazione di due nuovi laboratori di
fisica quantistica all'Università di Trieste è la risposta a
un'esigenza di trasferimento tecnologico che in nessun campo come
questo ha applicazioni ampie e di cui non possiamo fare a meno, a
partire dal tema della sicurezza nella comunicazione e nella
trasmissione dei dati". Lo ha affermato l'assessore regionale alla Ricerca e Università
Alessia Rosolen intervenendo all'edificio F dell'Ateneo di
Trieste alla presentazione dei laboratori, allestiti nel campus
di Basovizza. Si tratta di ArQuS (Artificial Quantum System), in
cui saranno studiati sistemi quantistici artificiali tramite il
controllo dei singoli atomi, e di QCI (Quantum Communication and
Information) in cui sarà sviluppata la ricerca di nuove soluzioni
per comunicazioni quantistiche su fibra ottica e in spazio libero. "I laboratori - ha spiegato Rosolen - sono frutto di interventi
programmatici della Regione, dapprima con 800mila euro e poi
450mila euro, il cui riferimento concettuale è la creazione di
una saldatura indissolubile tra i sistemi scientifico, didattico,
delle imprese e del territorio". Tra le applicazioni fondamentali
della fisica quantistica spicca la creazione di reti sicurissime,
non perforabili dagli hacker anche nei collegamenti a lunga
distanza. "La sicurezza assicurata dalla quantistica - come ha
ricordato l'assessore - è un ambito strategico a cui già si
lavora nel contesto del nostro sistema portuale, retroportuale e
logistico, ma che dischiude praterie inesplorate in cui si
giocano le sfide del Friuli Venezia Giulia e di ogni singolo
territorio, a partire dai settori aerospaziali e dell'energia". Se il laboratorio QCI si dedica alla creazione di reti di
comunicazioni ultrasicure attraverso la gestione della luce a
livello del singolo fotone, ArQuS si rivolge alla computazione
quantistica a partire da un preciso controllo, reso possibile da
fasci laser e campi magnetici, su singoli tomi di itterbio. All'incontro di presentazione hanno preso parte il rettore
dell'Università di Trieste Roberto Di Lenarda, Alessandro
Zavatta, primo ricercatore e responsabile della di Trieste del
Cnr-Ino e Francesco Scazza, professore associato al Dipartimento
di Fisica del'Ateneo giuliano.
ARC/PPH/gg
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