Trieste, 18 feb - "Grazie alla legge regionale 24/2020 di
modifica della normativa 13/2018 che riguarda gli interventi in
materia di diritto allo studio e potenziamento dell'offerta
formativa del sistema scolastico regionale, è stata inserita la
previsione di sostegno ai patti educativi di comunità. Si tratta
di percorsi che escono dallo schema dicotomico scuola o casa per
pensare ad altri contesti dove gli studenti possono migliorare
non solo le conoscenze ma anche sviluppare capacità fondamentali
per un cittadino".
Lo ha detto l'assessore regionale all'Istruzione, Alessia
Rosolen, rispondendo oggi in Aula ad una specifica mozione,
rimarcando la preoccupazione per l'aumento, a livello regionale,
dell'istruzione parentale secondo il monitoraggio effettuato
dall'Ufficio scolastico regionale (Usr).
Rosolen ha rimarcato la necessità di individuare ambienti diversi
dalla scuola e dalla stanza della propria abitazione, luoghi
fisici in cui la Regione e i soggetti del territorio garantiscono
che l'esperienza si realizzi in condizioni di massima sicurezza
anti-Covid. "Lo abbiamo fatto - ha informato l'assessore - con i
patti educativi di comunità già inseriti con la modifica delle
legge regionale 13/2018 e inclusi nel nuovo piano triennale
dell'offerta formativa, dove verrà inserita la contribuzione
regionale per tutte le scuole del nostro territorio che ne
consenta l'attivazione. Continueremo ad investire su questi
strumenti per proseguire a garantire qualità e le finalità
educative della scuola ad ogni livello".
La modifica normativa, secondo Rosolen, ha infatti previsto che
la Regione promuova, all'interno del proprio territorio, la
costituzione di reti per l'istruzione al fine di valorizzare le
specificità territoriali e promuovere azioni congiunte tra i
diversi attori pubblici e privati. Il principio è quello della
sussidiarietà e della corresponsabilità educativa da parte
dell'intera comunità nei confronti dei propri cittadini.
Quanto alla situazione in Friuli Venezia Giulia relativa
all'istruzione parentale, Rosolen ha riportato, a margine, i dati
e le informazioni messi a disposizione dall'Ufficio scolastico
regionale (Usr) per il Friuli Venezia Giulia rilevati dal sistema
informativo del ministero dell'Istruzione negli ultimi tre anni
scolastici 2017/2018, 2018/2019, 2019/2020.
Dai dati si evince che, a partire dall'anno scolastico 2017/2018,
c'è stato un trend di progressivo aumento dell'istruzione
parentale soprattutto nella scuola primaria.
Un'indagine online dell'Usr, effettuata tra il 15 e il 21 gennaio
scorsi e rivolta alle scuole del Friuli Venezia Giulia per
rilevare il numero di allievi che nell'anno scolastico 2020-2021
risultano usufruire dell'istruzione parentale, ha evidenziato
come su 757 allievi in istruzione parentale (+466 pari a +60%
circa rispetto all'anno 2019/2020) 566 sono bambini della scuola
primaria, 171 della secondaria di I grado (+105) e solo 20 della
scuola secondaria di II grado (-4). Tra gli alunni in istruzione
parentale, solo 44 sono di origine migratoria (totale regionale
16.551). I risultati si riferiscono a tutte le 163 istituzioni
scolastiche.
ARC/LP/al
L'intervento in Aula dell'assessore regionale all'Istruzione Alessia Rosolen