Enti locali: Roberti, ddl toglie penalizzazioni a Comuni no Uti
Udine, 13 ott - "In questa prima fase viene eliminata ogni
prescrizione che preveda obblighi e sanzioni relativamente ai
processi di adesione alle Unioni territoriali intercomunali
(Uti). Allo stesso tempo viene messa in atto la salvaguardia,
nelle Uti guidate da un ex capoluogo di provincia, di una
competenza associata importante come l'edilizia scolastica. Fine,
quindi, delle penalizzazioni economiche per quei Comuni che non
fanno parte di un'Unione, così come stop ai commissariamenti e ai
ricorsi alla giustizia amministrativa che hanno generato un clima
insostenibile nel governo del territorio regionale".
Lo ha affermato oggi a Udine l'assessore alle Autonomie locali
del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, illustrando nella
sede della Regione il ddl, approvato ieri dalla Giunta Fedriga,
sulla modifica della legge 26 del 2014 che riguarda in
particolare l'ordinamento delle Uti.
In buona sostanza sparisce per i Comuni l'imposizione
all'adesione all'Unione di riferimento e anche l'esercizio,
tramite l'Uti, delle funzioni comunali previste da quella che è
l'attuale normativa. Viene altresì articolato un regime di
transitorietà di gestione in capo a determinate Unioni per quel
che riguarda le funzioni sovracomunali in precedenza esercitate
dalle Comunità montane e dalle ex Province (edilizia scolastica),
in quest'ultimo caso nelle Unioni di riferimento dei Comuni di
Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone.
"Abbiamo trasformato - ha spiegato Roberti - una legge,
rivelatasi nei fatti profondamente sbagliata, in un modello di
convenzione nel quale diventa facoltativo ciò che prima agli enti
locali di questa regione veniva imposto in forma coercitiva".
Le modifiche apportate alla legge 26, come ha sottolineato
l'assessore, afferiscono anche alla sfera finanziaria. "Già nella
prossima legge di stabilità le risorse regionali verranno
trasferite direttamente ai Comuni attraverso una modalità
uniforme e senza l'applicazione di alcuna penalizzazione. Saranno
poi le stesse amministrazioni municipali a conferire le cifre
stanziate all'interno delle Uti di riferimento. Inoltre, i Comuni
esterni alle Unioni torneranno a essere coinvolti nei piani di
sviluppo per gli investimenti in conto capitale".
Inizia con questo provvedimento, come ha rimarcato Roberti, la
realizzazione di quella che sarà la nuova architettura delle
autonomie locali del Friuli Venezia Giulia. Dopo l'adozione del
ddl, che nei prossimi giorni affronterà l'iter in Consiglio
regionale, si aprirà infatti una seconda fase nella quale verrà
costruita la legge di riforma che, come ha detto l'assessore,
dovrà essere approvata entro il 2019.
Nello specifico, Roberti ha fissato alcuni paletti, tra cui
l'esclusione di qualsiasi forma di incentivo economico per
favorire la costituzione di nuovi assetti istituzionali sul
territorio e l'introduzione del principio dell'elezione diretta
per quelli che saranno gli amministratori dei futuri enti di area
vasta.
"Allo stato attuale - ha concluso l'assessore - stiamo aspettando
il risultato della ricognizione sulle funzioni che la Regione
esercita contro quella che è la sua natura di istituzione
dedicata all'attività legislativa finalizzata alla
programmazione. Una volta terminata questa azione, definiremo
contenuti e competenze dei nuovi enti per poi passare
all'individuazione di quelle che saranno le aree territoriali".
Desk ARC
ARC/GG/fc
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