La Giunta Regionale


27.11.2013 

VAJONT: VITO, LA TRAGEDIA È UN PUNTO DI NON RITORNO NEL RAPPORTO AMBIENTE-FABBISOGNO ENERGETICO

Trieste, 27 nov - "La Regione sta lavorando sia alla realizzazione del Piano energetico che alla Carta del rischio idreogeologico del Friuli Venezia Giulia, con l'obiettivo di una visione chiara di tutti i punti del territorio che, per la loro peculiarità e fragilità, vanno monitorati con particolare attenzione". L'ha ricordato oggi l'assessore all'Ambiente e all'Energia Sara Vito nel suo intervento nel corso dell'incontro, organizzato dall'Associazione degli ingegneri e degli architetti di Pordenone, in occasione del cinquantenario della frana del Vajont. Secondo di tre incontri tecnici che analizzano l'evento nei suoi aspetti geologici, ingegneristici ed architettonico-urbanistici, il momento di confronto, intitolato "La sicurezza degli invasi artificiali e gli sviluppi idroelettrici in Friuli Venezia Giulia", ha avuto luogo a Pordenone e ha affrontato il disastro del Vajont dal punto di vista della diga, che rimase in piedi ma, con la sua collocazione in un ambito idrogeologico inadeguato, divenne strumento di morte per quasi 2.000 persone. Vito ha ribadito come sia all'attenzione della Regione il tema energetico-ambientale, ed ha sottolineato l'incidenza, nella memoria collettiva, "di una tragedia che è stata immane ed ha segnato un punto di non ritorno nel rapporto tra rispetto per l'ambiente e fabbisogno energetico".
Definendo l'iniziativa dell'Associazione "un'occasione per fare formazione sulla necessità di un approccio corretto all'energia e al comparto idroelettrico in un'ottica di sostenibilità", l'assessore ha quindi espresso la convinzione che, anche in questo settore si debba "guardare al futuro nella consapevolezza del modello di sviluppo che vogliamo trasferire alle nuove generazioni". L'esponente dell'Esecutivo ha quindi citato il modello di "governance" energetica integrata della Regione, o "RENGOV-Regional Energy Governance", che è risultato il migliore tra altri 146 elaborati presentati nell'ambito dello "Smart City and community stakeholder platform". "Con l'ultima legge omnibus abbiamo anche introdotto il concetto del flusso minimo vitale per le centraline di nuova realizzazione" ha detto Sara Vito, che ha ricordato "il lavoro che si sta facendo per portare avanti il Piano di tutela delle acque". Osservando che mentre la Regione Veneto è al suo quarto Piano, Vito ha sottolineato che "per il Friuli Venezia Giulia è la prima volta che si dà finalmente attuazione ad un impegno e un onere che l'Europa ci impone per garantire il buono stato dei corsi idrici". L'incontro odierno è servito anche a richiamare l'attenzione sulle dighe (12 in tutto, inclusa quella del Vajont) del territorio. "Strutture che hanno attorno ai 60 anni - ha ricordato l'assessore - e sono tenute costantemente sotto controllo". ARC/LVZ