La Giunta Regionale


08.08.2015 11:42

LAVORI PUBBLICI: DALLA REGIONE LE DIRETTIVE VINCOLANTI PER GLI APPALTI

Santoro: l'obiettivo è evitare il massimo ribasso e valutare la qualità delle offerte

Udine, 8 ago - Semplificare e rendere più efficienti le procedure di affidamento degli appalti pubblici, accelerare i tempi di avvio delle opere e assicurare il rispetto delle scadenze imposte dai meccanismi di finanziamento pubblico, che prevedono vincoli di bilancio e rendicontazione. Sono le principali finalità che hanno indotto la Regione ad emanare delle direttive vincolanti in materia di lavori pubblici che saranno immediatamente operative.

Per l'assessore regionale ai Lavori Pubblici ed Edilizia Mariagrazia Santoro, "siamo ad una svolta cruciale nel settore perché se da un lato queste direttive applicano indirizzi derivanti da recenti normative nazionali, dall'altro sono espressione dell'autonomia della nostra Regione e consentono di avvicinare il mondo degli appalti pubblici alle specificità del tessuto socio - economico regionale".

Le direttive, nate dalla legge regionale 13 del 2014 approvata all'unanimità dal Consiglio Regionale, sono il frutto di un processo di condivisione con l'ANCE FVG (Associazione Nazionale Costruttori Edili), il CONFAPI FVG (Confederazione Italiana della piccola e Media Industria), la Confartigianato regionale, le organizzazioni sindacali di categoria e l'ANCI regionale, pertanto, come spiega Santoro "sono la sintesi di un confronto rivolto anche a superare la crisi economica che ha colpito in particolare il comparto delle costruzioni, a favorire l'accesso agli appalti delle micro, piccole e medie imprese locali e a incentivare lo sviluppo di un tessuto imprenditoriale locale più efficiente ed affidabile".

L'analisi dei dati relativi agli appalti pubblici in possesso dell'Osservatorio regionale sui Contratti Pubblici ha evidenziato che, nel 2014, il 95% degli appalti di lavori riguarda opere d'importo inferiore a Euro 1.000.000 e di queste oltre il 51% è d'importo inferiore a Euro 150.000, il 34% non supera Euro 500.000 e solo il 10% supera questa soglia. "E' evidente - commenta Santoro - che in Friuli Venezia Giulia gli interventi di realizzazione di lavori esprimono un interesse di livello assolutamente locale o al massimo regionale".

Le direttive stabiliscono che per i lavori pubblici il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ferma restando la discrezionalità della stazione appaltante, può essere evitato solo nei casi di appalti di non particolare complessità, ad esempio le manutenzioni ordinarie di modesto valore economico. Tale criterio va privilegiato per interventi specialistici o particolari di importo superiore a 200 mila euro. In generale, l'offerta economicamente più vantaggiosa deve essere perseguita, se possibile, per i lavori sopra il milione di euro e deve essere sempre adottata per i valori sopra soglia comunitaria, assegnando un punteggio non inferiore a 70 punti per la proposta tecnica e non superiore a 30 per quella economica. Inoltre viene prevista come obbligatoria l'introduzione del sopralluogo da parte di chi formulerà l'offerta in modo che questa sia il quanto più possibile consapevole.

Gli altri criteri stabiliscono che per lavori di importo compreso tra 40.000 e 200.000 euro si possa procedere ad indagine di mercato, nel rispetto di alcuni criteri generali di scelta, invitando un numero di imprese compreso tra 10 e 15. Per lavori d'importo superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro la stazione appaltante avvia una procedura negoziata senza bando, con invito diretto o con procedura di pre-informazione con un invito rivolto a un numero di imprese compreso tra 15 e 25. Per i lavori di importo superiore ad 1 milione di euro e fino alla soglia comunitaria di 5.186.000 euro si procede, con procedura aperta e il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Per appalti sopra soglia comunitaria la stazione appaltante procede all'affidamento mediante le procedure obbligatorie e con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Nelle procedure con offerta economicamente più vantaggiosa è possibile prevedere un criterio premiale rispetto alla fiscalità territoriale, ovvero l'impegno da parte della ditta concorrente di effettuare i versamenti derivanti da obblighi tributari su un CAB - codice di avviamento bancario regionale, nonché prevedere criteri che possono contribuire a dare risposta alle criticità occupazionali locali.

La Regione supporterà la costituzione di una rete di stazioni appaltanti, tenendo conto che dal 1° gennaio 2016 i comuni non capoluogo di provincia avranno l'obbligo di svolgere le funzioni di stazione appaltante esclusivamente in forma associata o consorziandosi. In questo processo la Regione metterà a disposizione le competenze dei funzionari presenti all'interno del Comparto unico regionale ed attiverà una piattaforma informatica in cui saranno disponibili i procedimenti uniformi per l'affidamento dei lavori. Lo strumento sarà attivato dopo l'approvazione da parte del Consiglio per le Autonomie Locali e la valutazione dell'ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione. Verranno infine attivate all'interno della Direzione centrale Infrastrutture dei nuclei di supporto denominati "Unità specializzate", composte da funzionari, tecnici giuridici ed economici, appartenenti agli enti locali, con l'incarico di garantire alla singola stazione appaltante associata il proprio supporto per la risoluzione di problematiche legate alla realizzazione di lavori pubblici. Le direttive verranno presentate il 17 settembre 2015 nell'auditorium della Regione in via Sabbadini a Udine, e in collegamento con le sedi regionali di Trieste, Gorizia e Pordenone, durante l'ottavo incontro del ciclo "Costruire al tempo del patto di stabilità".

ARC/Com/EP