Udine, 21 ott - Il Consiglio delle Autonomie locali ha
raggiunto l'intesa, con due astenuti, sulla proposta di disegno
di legge "Modifiche alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n.
1 (Statuto speciale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia)
in materia di Enti locali" approvata in via preliminare dalla
Giunta regionale lo scorso 10 ottobre.
Si tratta, come ha illustrato l'assessore regionale alle
Autonomie locali Pierpaolo Roberti della reintroduzione nel testo
dello Statuto speciale del riferimento agli enti di area vasta a
fianco dei Comuni quali pilastri dell'ordinamento locale. In
particolare, nucleo essenziale della riforma è la modifica
all'articolo 59 dello Statuto speciale il quale, riprendendo
l'impostazione dell'articolo 114 della Costituzione, sancisce ora
al comma 1 che nella Regione Friuli Venezia Giulia l'ordinamento
degli enti locali si fonda sui Comuni, anche nella forma di città
metropolitane, e sugli enti di area vasta, quali enti locali
autonomi obbligatori della Regione, dotati di propri statuti,
poteri e funzioni, secondo i principi fissati dalla Costituzione
e dallo Statuto stesso.
L'assessore ha espresso un ringraziamento tanto per chi ha votato
a favore quanto per chi si è astenuto. "Sono soddisfatto del voto
odierno" ha commentato Roberti ricordando come "le Province sono
state abolite senza che il Cal potesse esprimere un parere; oggi
noi abbiamo voluto invece, chiederne il voto, non solo un parere
ma l'intesa. La votazione odierna non può che farmi piacere ed
essere un buon auspicio affinché l'iter ottenga la massima
condivisione".
Roberti ha ricordato i tanti ostacoli che il percorso di
ripristino delle ex province ha incontrato da quando è iniziato.
"Un percorso che si è imbattuto nella caduta di tre Governi che
hanno fatto di conseguenza decadere ogni volta la Paritetica,
rallentando così l'iter e le norme di attuazione che ci avrebbero
permesso di arrivare al risultato che invece oggi vogliamo
raggiungere con le modifiche statutarie. Basti ricordare come
pochi giorni dopo la prima approvazione al testo da parte della
Paritetica in Consiglio regionale, lo scorso luglio, è caduto il
governo Draghi".
L'esponente della Giunta Fedriga ha spiegato come si tratti di un
disegno di legge che parte da lontano e che ha già mosso i primi
passi proprio con quella riforma degli enti locali che ha
previsto gli Enti di decentramento regionale (Edr), i quali
raccolgono le funzioni che non sono di carattere comunale.
Tre in sintesi gli obiettivi del ddl: razionalizzare i livelli di
governo locale mediante l'istituzione di enti di area vasta con
organi eletti dai cittadini; costruire le fondamenta per una
riforma che tenga conto, nella configurazione dei nuovi enti di
area vasta, delle peculiarità economiche, culturali, sociali,
linguistiche e geografiche dei diversi contesti territoriali;
istituire un sistema coordinato ed efficiente delle politiche
pubbliche, valorizzando il livello di governo intermedio.
Roberti ha ricordato la scelta fatta nella precedente legislatura
di sopprimere le Province cancellandole dallo statuto di
autonomia e, sostanzialmente, regionalizzando tutte le funzioni
esercitate e la necessità di fondare nuovamente il sistema
istituzionale dei pubblici poteri locali su tre livelli di
governo politico (Regione, Enti di area vasta e Comuni).
"L'obiettivo - ha riferito - potrà dunque essere raggiunto
mediante l'istituzione di adeguati enti di area vasta dotati di
autonomia politica, con organi eletti direttamente dai cittadini,
intermedi tra la Regione e i Comuni, ponendo in capo ad essi la
titolarità delle funzioni di area vasta già svolte dalle
soppresse Province e attualmente poste in capo alla Regione, che
le esercita tramite gli Enti di decentramento regionale, e tutte
le altre funzioni che sulla base di appropriate analisi
economico-giuridiche si riterrà necessario allocare in tale
livello intermedio".
Per raggiungere l'obiettivo è necessario in primo luogo
modificare lo statuto di autonomia della Regione Friuli Venezia
Giulia, in modo da reintrodurvi la previsione di enti di area
vasta con organi a elezione diretta e titolari di funzioni
amministrative proprie.
Nella seduta del Cal sono poi stati condivisi i criteri di
riparto dei 92 milioni di euro previsti nel ddlr n. 174
"Istituzione imposta locale sugli immobili" e l'istituzione di un
Fondo utile a fronteggiare eventuali emergenze o difficoltà.
"Il fondo - ha spiegato Roberti - sarà implementato da risorse
regionali e previsto, al momento, solo per il primo anno per far
fronte a eventuali criticità degli enti locali. Se le risorse non
verranno utilizzate, ritorneranno nel sistema regionale".
ARC/LP/ma