La Giunta Regionale


22.09.2014 20:05

GIUNTA DEL FVG: APPROVATO IL DDL DI RIORDINO DEL SISTEMA REGIONE-AUTONOMIE LOCALI (2)

Trieste, 22 set - Il disegno di legge (ddl) di "riordino del sistema Regione-Autonomie locali in Friuli Venezia Giulia", approvato questa sera dalla Giunta regionale, riunita a Udine, è finalizzato a favorire la coesione nell'ambito del sistema istituzionale composto dalla Regione, da un lato, e dalle Autonomie locali, dall'altro.

L'articolato, più snello ed essenziale della bozza circolata in questi mesi, in 40 articoli indica modalità e tempi per la predisposizione da parte della Regione di un "Piano di riordino territoriale" che, secondo criteri precisi e tenuto conto delle istanze dei Comuni, delimita le forme associative preposte all'esercizio coordinato di funzioni comunali, sovracomunali e di area vasta.

Parallelamente disciplina l'ordinamento delle forme associative, denominate "Unioni territoriali intercomunali", quali enti locali con natura giuridica di Unione di Comuni, e individua le funzioni da svolgere in forma associata. "Attraverso il Piano di riordino territoriale la Regione - così la presidente del Friuli Venezia Giulia Serracchiani - formula una proposta di aggregazione, lasciando comunque ai Comuni la possibilità di chiedere l'adesione ad un'aggregazione diversa, qualora adiacenti a quest'ultima o a Comuni con essa confinanti".

"Per l'Unione - aggiunge l'assessore Panontin - abbiamo immaginato un modello di governance agile, affidata ad un'assemblea, quale organo di indirizzo, e a un presidente, eletto tra i sindaci dell'Unione stessa. Considerata la possibile eterogeneità territoriale e strutturale dei Comuni che compongono ciascuna Unione, abbiamo proposto un modello che attribuisce al voto dei sindaci un peso diverso in base alla popolazione residente, il cosiddetto voto ponderato".

Come detto, le Unioni sono chiamate a gestire alcune funzioni che attualmente sono in capo ai Comuni, alla Regione nonché alle Province e alle Comunità montane, queste ultime definitivamente superate con questo provvedimento. La partecipazione alle Unioni rimane obbligatoria, come per il Delrio, per i Comuni fino a 5.000 abitanti (o 3.000, se montani). È facoltativa per le realtà tra i 5 e i 30.000 abitanti, pur costituendo condizione per la piena fruizione dei trasferimenti regionali.

La partecipazione è facoltativa senza conseguenze finanziarie per i Comuni oltre i 30.000 abitanti. "Riteniamo inoltre che le fusioni rappresentino un tassello fondamentale del processo di riordino - evidenzia Serracchiani - e per questa ragione abbiamo ipotizzato uno strumento, il Programma annuale delle fusioni, attraverso il quale la Giunta si farà promotrice delle aggregazioni di quei Comuni che in termini di ampiezza, entità demografica, assetto organizzativo e finanziario, non sono più in grado di garantire un adeguato sviluppo socio-economico e culturale del proprio territorio. Naturalmente proporremo il programma al parere dei Comuni interessati, che potranno anche attivare forme di consultazione popolare". (2, segue)

ARC/PPD