Trieste, 30 mag - "Le istituzioni scolastiche e le famiglie
hanno strumenti sufficienti per insegnare e trasmettere i valori
del rispetto e della diversità. Ogni altra iniziativa sul tema
rischia di essere solo un indebito indottrinamento".
Lo ha dichiarato l'assessore regionale a Lavoro, Formazione,
Istruzione, Famiglia, Ricerca e Università, Alessia Rosolen, in
merito alla decisione di recedere dalla rete nazionale delle
Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento
sessuale e identità di genere (Re.a.dy).
Si tratta di una posizione assunta oggi dalla Giunta, su proposta
da Rosolen, nel quadro di un complessivo riesame delle politiche
regionali relative ai temi dell'inclusione sociale, delle pari
opportunità e della non discriminazione.
Ciò anche in considerazione del fatto che la rete Re.a.dy,
fondata nel 2006 su iniziativa dei Comuni di Torino e Roma, ha
approvato nel 2017 un documento dichiarato vincolante per i
partner che prevede una serie di attività, anche amministrative,
aventi a oggetto esclusivamente le tematiche attinenti a LGBT
(lesbiche, gay, bisessuali e transgender).
La Giunta ritiene, invece, che le categorie da tutelare
attraverso l'azione delle strutture regionali siano molteplici e
che debba avviarsi una riflessione in merito al bilanciamento
delle azioni a beneficio delle categorie più svantaggiate verso
il conseguimento delle pari opportunità.
L'amministrazione regionale si riserva, quindi, di prendere in
considerazione anche nuove e diverse istanze sociali per porre in
essere un piano di intervento che assicuri la rimozione degli
ostacoli che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini.
Rosolen ha ricordato, tra l'altro, che esistono già qualificati
strumenti regionali per la tutela, anche legale, delle
discriminazioni, tra cui il Garante regionale del diritto della
persona, istituito nel 2014 presso il Consiglio regionale, organo
che svolge importanti funzioni di assistenza alle vittime di atti
di discriminazione e può operare nei confronti di chiunque sia
destinatario di comportamenti lesivi dei diritti determinati in
ragione di identità di genere o orientamento sessuale.
ARC/EP/fc
Alessia Rosolen (assessore regionale all’Istruzione, Ricerca, Università, Lavoro, Formazione e Famiglia) e Sergio Emidio Bini (assessore regionale alle Attività produttive) in Giunta regionale
Foto ARC Montenero