La Giunta Regionale


05.08.2014 17:04

RIFORMA DELLA SANITÀ: TORRENTI, NO ALLA GUERRA DEI CAMPANILI

In regione Trieste sarà tra gli hub di eccellenza.

Trieste, 05 ago - "Come è avvenuto per la riforma della cultura, auspico che anche nel dibattito sul riordino della Sanità in Friuli Venezia Giulia, tra le forze di opposizione in Consiglio regionale prevalga la volontà di ragionare sui contenuti, nell'interesse dei nostri concittadini. Mi preoccupa invece chi, come Forza Italia a Trieste, punta a far leva sulle emozioni e i sentimenti, volendo scatenare una inutile e dannosa guerra di campanili, paventando un inesistente declassamento per l'Ospedale di Trieste. Perché nel disegno di legge (ddl) di riforma della sanità non c'è nulla che faccia temere che gli Ospedali Riuniti della città possano finire in secondo piano rispetto a Udine".

Lo afferma l'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, rispetto alle affermazioni di Bruno Marini, secondo il quale l'impostazione della riforma sarebbe a tutto vantaggio dell'Ospedale di Udine. "Nel testo del ddl giuntale, che peraltro chiunque può leggere in quanto pubblicato sul sito web della Regione - continua Torrenti - appare chiaro che l'assistenza ospedaliera è centrata su tre hub: Trieste, Udine e Pordenone, quali eccellenze del nostro sistema sanitario in cui concentrare il trattamento delle patologie acute. Quindi, né Cattinara né il Maggiore, dove è stato appena attivato il nuovo Polo tecnologico realizzato con fondi regionali, abbiano nulla da temere nei confronti dei cugini friulani o pordenonesi. Basta con le contrapposizioni sterili tra Trieste e il Friuli, che non soffocherà proprio nessuno".

Rispetto invece ai paventati rischi, derivanti dall'accorpamento in un'unica Azienda dei servizi sanitari e di quelli territoriali, l'assessore Torrenti esprime la convinzione che sia la soluzione giusta. "Sotto un'unica regia sarà più facile l'integrazione dei servizi, più agevole garantire la continuità dell'assistenza con la presa in carico sul territorio delle persone dimesse dall'ospedale. E poi anche l'Università potrà agire più facilmente sul territorio. Potrà esserci una migliore osmosi di specialisti e specializzandi. Non solo. Diverrà più agevole gestire gli appuntamenti per visite ed indagini, migliorerà il coordinamento con l'attività dei medici di famiglia".

"Del resto la continuità piena tra ospedale e territorio - sottolinea - è uno dei pilastri del Patto per la Salute siglato a inizio luglio tra Stato e Regioni. Anche la Corte dei Conti ha chiaramente indicato che la strada intrapresa dal Friuli Venezia Giulia è quella giusta e - conclude - mi pare che anche la Lombardia, che non mi risulta essere guidata dal Centro Sinistra, abbia fatto scelte analoghe alle nostre: scelte che dunque non sono ideologiche ma semplicemente logiche".

ARC/PPD