La Giunta Regionale


03.07.2014 15:38

GRANDE GUERRA: REDIPUGLIA, IL CONCERTO DI MUTI, NOTE VERDIANE

Trieste, 03 lug - "Una continua lotta quasi fisica tra l'uomo e Dio, ... un'opera complessa e terribile, soprattutto per i cantanti ai quali il compositore chiede da un lato una vocalità melodrammatica, dall'altro una attenzione liturgica alla parola e ai suoi significati".

Così Riccardo Muti, in una intervista per il "suo" Ravenna Festival, parlava della Messa di Requiem di Verdi che il maestro ha scelto per il concerto del 6 luglio a Redipuglia, voluto e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, a celebrare - a cent'anni di distanza - il ricordo dolente della Grande Guerra.

Il video "Il concerto di Muti, note verdiane", attraverso le parole di Vincenzo Ninci, maestro di coro, organista e docente al Conservatorio di Ferrara, offre alcune chiavi di lettura del concerto. Direttore verdiano di lunga frequentazione, per Riccardo Muti quella di Verdi è una musica consolatoria e travolgente, àncora di salvezza e strumento di dialogo.

E il Requiem, dice ancora Muti, diventa memoria e ricordo dei Caduti sepolti a Redipuglia e - insieme - messaggio di coesione e conciliazione tra popoli con religioni, culture ed ideologie diverse. Perché è proprio la musica che crea la possibilità di mettere insieme le persone con un "ponte di amicizia" che nasce sull'identità dei sentimenti.

Il Requiem, composizione per orchesta e coro, è una sorta di meditazione - religiosa o del tutto laica - sulla vita e sulla morte che esprime, attraverso la musica, il mondo interiore di chi la compone, fatto di ansia, di paura, di rassegnazione o disperazione, di ricerca di pace e di speranza.

L'idea di scrivere una Messa pro defunctis era stata a lungo accarezzata da Verdi: nel 1868, per la scomparsa di Rossini (progetto che non si concretizza ma per il quale compone il Libera me Domine poi ripreso nel Requiem) e nel 1873 per la morte di Alessandro Manzoni. "Mi sembra - scriverà Verdi al suo editore Ricordi mentre lavora alla partitura - di essere diventato una persona seria, e di non comparire più come un pagliaccio dinanzi al pubblico, gridando: avanti, avanti, favorite! ... battendo il tamburo e la grancassa".

Un anno dopo, a Milano, il 22 maggio, anniversario della morte dello scrittore, sarà Verdi stesso a dirigere il Requiem nella chiesa di San Marco: una prima esecuzione dove pretende ed ottiene, rompendo il divieto del mulier taceat in ecclesia, che le coriste vengano ammesse a cantare in sede liturgica, in un luogo di culto. Dopo due esecuzioni alla Scala, viene riproposto in una tournée europea di successo - dall'Opéra-Comique di Parigi alla Royal Albert Hall a Londra.

Preghiera laica o sorta di liturgia "civile", la Messa di Verdi sarà, come sottolineato dall'assessore regionale alla Cultura del Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti, "un momento di conoscenza e comprensione di una tragedia immane, in un luogo che ricorda morte e sofferenza. Sarà momento di coesione forte e di ulteriore riunificazione nel cuore di quella Mitteleuropa che 100 anni fa fu teatro di un conflitto che vide milioni di uomini contro".

ARC/ME