La Giunta Regionale


11.05.2023 18:37

Eventi: Roberti, Gianni Bartoli rappresenta storia Trieste del '900

Trieste, 11 mag - "La vita di Gianni Bartoli raccoglie numerosi elementi che rappresentano la storia di Trieste nel secolo scorso: dalle origini istriane all'attività professionale e all'impegno politico svolto negli anni del dopoguerra e del passaggio della città all'Italia. Ascoltare i racconti legati alla sua figura è motivo di grande interesse. La Regione crede nell'importanza e nella valenza di queste iniziative divulgative".
È la riflessione condivisa dall'assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, intervenuto oggi a Trieste all'incontro "Gianni Bartoli, sindaco della seconda redenzione, a cinquant'anni dalla sua scomparsa". L'evento è stato organizzato al Centro pastorale Paolo IV da Lega nazionale, Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) e Associazione culturale "Studium fidei", in memoria del sindaco che tra il 1949 e il 1957 guidò la città nel periodo del passaggio del Territorio Libero di Trieste all'Italia.
Il racconto della vita di Gianni Bartoli e il contesto storico dell'epoca è stato affidato all'avvocato Paolo Sardos Albertini, al vicepresidente della Lega Nazionale Stefano Pilotto e a monsignor Ettore Malnati. Nato a Rovigno nel 1900 e residente a Trieste dal 1912, Bartoli si impegnò attivamente in campo politico dapprima durante la Resistenza e, subito dopo la Liberazione, nella vita pubblica di Trieste.
Membro del Comitato nazionale di liberazione, cofondatore dell'Associazione partigiani italiani volontari della libertà nel 1943, insignito di due croci al merito di guerra per la partecipazione alla lotta di liberazione nella provincia di Trieste, divenne nell'immediato dopoguerra la personalità di maggior rilievo della Democrazia Cristiana. In tale veste diede un apporto decisivo alla difesa dei valori nazionali della città (fu tra i primi a denunciare i crimini e le violenze compiute dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito a Trieste e in Istria), operando sia in campo strettamente politico sia, successivamente, al vertice dell'Amministrazione comunale con la carica di sindaco affidatagli dalla volontà popolare in tre elezioni.
Tra le numerose altre cariche ricoperte negli anni successivi, fu presidente del Consorzio per l'aeroporto giuliano, del Lions club, del Conservatorio Tartini, dell'Anvgd, dell'Unione degli Istriani, del Lloyd Triestino, del Circolo della stampa e di quello della Cultura e delle Arti. Uno dei suoi ultimi atti prima della morte, avvenuta il4 aprile 1973, fu la richiesta all'allora capo dello Stato Giovanni Leone di riconoscere la foiba di Basovizza come monumento nazionale. ARC/PAU/pph