La Giunta Regionale


10.10.2022 13:46

Tributi: Roberti, su tassa casa obiettivo Fvg è favorire contribuenti

Trieste, 10 ott - "Una riforma - che entrerà in vigore il 1° gennaio 2023 - nata dagli accordi finanziari con lo Stato sottoscritti dal governatore Fedriga e che ha visto un percorso di condivisione con tutti i soggetti interessati avendo ben chiaro l'obiettivo di favorire il contribuente e le Amministrazioni comunali".

Lo ha detto oggi alla prima Commissione del Consiglio regionale l'assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti illustrando il disegno di legge "Istituzione dell'imposta locale sugli immobili".

Come ha spiegato l'assessore, ripercorrendo l'iter che ha portato il disegno di legge in Commissione, nella linea di concertazione composta da un comitato tecnico e da una cabina di regia è stato coinvolto anche un referente della Provincia autonoma di Trento in qualità dell'esperienza maturata "al fine di prevenire le criticità emerse nella loro transizione".

La prima casa, analogamente a quanto previsto dalla norma nazionale, non viene compresa nel tributo, con una differenziazione di forma rispetto all'Imu. Il disegno di legge parla infatti di "esenzione" dall'imposta a differenza dell'attuale legge statale che opera l'esclusione dell'abitazione principale dal presupposto tributario (quindi "esclusa" e non "esente"). La scelta dell'esenzione, come precisato da Roberti, ha una motivazione tecnica che di fatto non riproduce alcun cambiamento per il contribuente. Restano assoggettate a tassazione le abitazioni cosiddette di lusso.

Nella legge proposta dalla Giunta cambieranno, invece, le aliquote applicabili a tre tipologie di immobili: quelle sui fabbricati ad uso abitativo diversi dall'abitazione principale - ovvero seconde case - (aliquota 0,86%), sui fabbricati strumentali all'attività economica (aliquota 0,86%) e sulle aree fabbricabili (aliquota 0,86%). Una scelta, come ha motivato l'esponente della Giunta regionale, dettata per consentire politiche fiscali mirate a specifiche categorie di immobili nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato.

In relazione alle dichiarazioni dei contribuenti sulla strumentalità del bene all'attività economica, per non gravare sugli uffici comunali "la scelta - ha detto Roberti - è di passare per una fase transitoria nel 2023 in cui tutti gli immobili di quelle categorie sono presunti beni strumentali per una determinata attività".

Lo schema del disegno di legge prevede che la transizione dall'Imu alla nuova norma regionale avvenga in un regime di neutralità finanziaria tra Stato, Regione e Comuni. Ciò in relazione al fatto che la normativa statale dell'Imu riserva alla stessa Amministrazione centrale una quota del gettito degli immobili ad uso produttivo (gruppo catastale D). Con il nuovo provvedimento questo gettito, dal 2023, sarà riscosso dai Comuni mentre l'importo pari a 92 milioni di euro annui sarà corrisposto dalla Regione allo Stato. La regolazione dei rapporti finanziari tra le Regione e i propri Comuni avverrà attraverso apposito recupero a valere sul fondo unico comunale. "Sulla suddivisione di questi 92 milioni - ha affermato l'assessore - avremo una commissione tecnica con Anci e Cal per stabilire alcune regole e cercare di capire come, in quale proporzione e quali tutele poter prendere per lo storno di questo importo, come ad esempio l'istituzione di un fondo di solidarietà per i Comuni che certifichino delle difficoltà".

Infine, Roberti ha fatto un passaggio sui problemi registrati nella raccolta dei dati propedeutici al disegno di legge: quasi un quarto dei Comuni non ha in un uso il sistema operativo di Insiel. Da qui le criticità emerse in corso d'opera. "Una problematicità - ha concluso - da superare se vogliamo arrivare a un sistema in cui il contribuente possa avere a disposizione un portale unico dove caricare le dichiarazioni riuscendo contestualmente a capire quanto pagare". ARC/GG/ma