La Giunta Regionale


16.12.2014 14:43

LAVORO: UN BUON INIZIO NEL 2014 MA INCERTEZZA PER IL SECONDO SEMESTRE

Udine, 16 dic - Nei primi tre trimestri del 2014 i dati ISTAT sul lavoro in Friuli Venezia Giulia sono positivi e mostrano buoni indicatori rispetto allo scorso anno quali, ad esempio, gli aumenti di 3.000 occupati e dello 0,8 per cento del tasso di occupazione che si attesta così al 63,5 per cento, mentre rimane quasi stabile la disoccupazione con un rialzo dello 0,4 per cento e quasi 42.000 persone in cerca di lavoro.

Per la seconda parte dell'anno le previsioni sono ancora prudenti, perché a fronte di un quasi certo rallentamento della domanda di lavoro si stima un possibile incremento dei licenziamenti alla scadenza degli ammortizzatori sociali. È questo il quadro che emerge dalle ultime analisi statistiche che sono state elaborate a margine del Rapporto 2014 de "Il Mercato del Lavoro in Friuli Venezia Giulia", stilato dal servizio regionale Osservatorio Mercato del Lavoro e illustrato oggi in un convegno in Regione alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti.

Se la gran parte dei dati presenti nella pubblicazione a cura di Franco Angeli Editore erano già stati anticipati a giugno scorso, le tendenze degli indicatori del mercato del lavoro ISTAT sono invece state presentate oggi e commentate dai tecnici dell'Osservatorio. L'aumento delle assunzioni complessive è stato del 4 per cento (1.374 donne e 2.548 uomini) ma "risulta interessante l'analisi delle tipologie contrattuali, che mostrano una conferma verso forme di lavoro precario", commenta il ricercatore Marco Cantalupi.

Continua ad essere fortemente negativo l'andamento del contratto a tempo indeterminato (-30 per cento), che viene compensato dall'aumento del tempo determinato (+9 per cento) e del tempo somministrato (interinali, +20 per cento). Prosegue anche il picco negativo dei tempi intermittenti (-24 per cento), che sono stati notevolmente ridimensionati con l'introduzione della legge Fornero. A far tenere i livelli di occupazione è soprattutto il settore industriale (+15 per cento e bene tutto il comparto manifatturiero, ad eccezione dell'edilizia, che però non mostra la contrazione così pesante verificatasi nei trimestri precedenti ma solo il -1 per cento). Altri settori in crescita sono l'agricoltura (+8 per cento) e il commercio (+7).

Dal punto di vista territoriale, le aree a maggiore vocazione industriale sono proprio quelle in cui livelli occupazionali sono migliori: dall'analisi dei bacini territoriali dei Centri per l'Impiego, i territori a più alta performance sono il Monfalconese e il Pordenonese (Sacile in primis). Tra i territori più segnati dalla crisi occupazionale il Goriziano.

Sotto il profilo anagrafico, se è vero che il 2013 ha visto giovani e over 50 tra i più colpiti dalla crisi occupazionale, all'interno della categoria NEET (Not engaged in Education, Employment or Training, ragazzi tra i 15 e i 29 anni, che al primo semestre 2014 sono stati stimati essere 28.500 in tutto il FVG) la regione si caratterizza per una più bassa quota di giovani "indisponibili" rispetto alla media nazionale, ovvero ha ragazzi per lo più motivati a cercare un inserimento lavorativo.

In merito invece alle problematiche sulle differenze di genere, interessanti i dati del Ministero del Lavoro-Direzione regionale FVG, illustrati da Chiara Cristini. Nel triennio 2011-2013 sono state 1.625 le dimissioni di neomadri in FVG. Il profilo di queste lavoratrici è: età tra i 26 e i 35 anni, nel 52,9 per cento dei casi sono neomadri del secondo figlio, italiane nell'83,4 per cento e per il 48,4 per cento hanno anzianità di servizio compresa tra 4 e 10 anni. Nel 54,1 per cento dei casi lasciano il lavoro per difficoltà di conciliazione dei tempi familiari, lavorativi e dei servizi.

ARC/EP