Trieste, 12 giu - Nata sotto l'egida di Regione e Friulia, la
giornata di studio sul tema "Società pubbliche, principi di
diritto societario e responsabilità contabile" ha riempito la
sala convegni di Friulia di professionisti del comparto.
Una evidente dimostrazione, ha rilevato il direttore del servizio
Gestione partecipazioni regionali e vigilanza enti della Regione,
Stefano Patriarca, della necessità di chiarire i risvolti tecnici
e giuridici che caratterizzano un settore in cui, come aveva
spiegato l'assessore regionale alle Risorse economiche e
finanziarie, Sandra Savino, già nell'invito all'incontro, "anche
sulla spinta del diritto comunitario la legislazione si è
evoluta, passando dalle scarne disposizioni del Codice civile ad
una serie di previsioni, susseguitesi nel tempo, che hanno dato
origine ad una sorta di diritto societario speciale".
L'assessore, che ha aperto i lavori della giornata di studio
assieme a Patriarca e all'amministratore delegato di Friulia,
Federico Marescotti, ha confermato di aver rafforzato, in
quest'anno di lavoro nell'ambito del suo mandato, le proprie
convinzioni sulle particolarità delle società pubbliche.
Peculiarità che riguardano anche "le venti società partecipate
della Regione che - ha spiegato Savino, offrono un variegato
quadro delle problematiche che investono le società pubbliche e
pongono, a chi come me riveste un ruolo di amministratore
pubblico, un interrogativo di fondo in merito al concetto di
corretta gestione delle società partecipate da enti pubblici".
Il tema è stato sviluppato dal presidente di Sezione civile del
Tribunale di Trieste, Giovanni Sansone, dal viceprocuratore
generale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti
del Friuli Venezia Giulia, Emanuela Pesel Rigo, e da Lorenzo
Capaldo, avvocato dello Stato e autore di parecchi libri tra cui
uno sul diritto processuale societario.
Già nella sua introduzione, l'assessore aveva peraltro
sottolineato "la difficoltà degli amministratori societari nel
conciliare gli obiettivi economici con l'interesse pubblico anche
alla luce della legislazione comunitaria", difficoltà che induce
oggi ad interrogarsi "sulla validità della gestione del pubblico
interesse attraverso il ricorso alle società".
Affermando di ritenere che "soci e amministratori pubblici
debbono sempre ispirarsi, per il loro lavoro, al criterio di
massimo rigore nella consapevolezza di essere al servizio
dell'interesse pubblico", Savino ha espresso la convinzione che
la verifica delle società pubbliche vada condotta con strumenti
che non si riducono al mero riscontro degli aspetti economici.
E' invece necessario, ha detto, "che tali riscontri forniscano il
quadro completo dello stato di perseguimento degli interessi
societari", notando che questi interessi "sono stati definiti dai
soci all'interno dello statuto societario".
"Per il Codice Civile - ha spiegato Savino, augurandosi che la
giornata di studio fornisca un utile momento di confronto a tutte
le categorie interessate a queste tematiche - la società è il
contratto per lo svolgimento in comune di un'attività economica
mirata alla divisione degli utili. Il punto nodale è verificare
se tali utili si possono totalmente riscontrare in quelle società
che, per la loro struttura e le loro finalità, non sono rivolte
prioritariamente a produrre utili ma sono votate al perseguimento
di interessi di carattere generale".
ARC/LVZ