Udine, 26 ago - "L'artista interpreta sempre liberamente la
realtà del suo tempo e chi gode della sua opera può condividerne
o meno l'impostazione: tra le voci più rappresentative del
Novecento, Boris Pahor, che a 105 anni ha ancora il piacere di
avere un contatto costante con il suo pubblico, merita non solo
rispetto ma invidia buona, quella che si deve per chi vive la sua
serenità in mezzo agli altri".
Lo afferma l'assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli,
rivolgendo gli auguri allo scrittore triestino di lingua slovena
che questa sera sarà festeggiato in piazza Oberdan a Trieste con
brindisi e letture dal suo libro "Piazza Oberdan", in cui ha
descritto con testimonianze, racconti, aneddoti, memorie e
biografie "un luogo dove convergono i ricordi dolorosi del
Novecento".
Nato a Trieste nel 1913, laureatosi in Lettere all'università di
Padova, Pahor si è dedicato all'insegnamento e alla scrittura,
sempre protagonista di un profondo impegno sociale; ha dichiarato
spesso che la sua letteratura "è interessata alle storie semplici
della povera gente" e che la sua poetica "è e resterà
l'insofferenza per la mancanza di libertà".
Testimone fin da bambino delle discriminazioni verso la sua
minoranza, quella slovena, fu chiamato alle armi nel '40 e
inviato in Libia; nel '43 aderì alla Resistenza e nel '44 fu
consegnato ai nazisti. La deportazione durante la Seconda Guerra
mondiale è narrata nel suo capolavoro autobiografico "Necropoli".
Membro dell'Accademia slovena delle scienze e arti, Pahor è stato
insignito di importanti premi e onorificenze, anche a livello
internazionale: fra gli altri, nel 1992 ha ricevuto il Premio
Prešeren, massimo riconoscimento per i risultati ottenuti in
campo artistico in Slovenia, mentre nel 2007 gli è stata
attribuita la Legion d'Onore da parte del Presidente della
Repubblica Francese. Più volte candidato al Premio Nobel per la
letteratura, ha iniziato la sua vasta produzione, che comprende
romanzi e saggi tradotti in una decina di lingue, nel 1948 con i
racconti dal titolo Moj traški naslov (Il mio indirizzo
triestino).
ARC/EP
L'assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli
Foto Regione FVG