Trieste, 24 gen - "Si ritiene che il territorio del Friuli
Venezia Giulia, rispetto a specifiche richieste del mercato del
lavoro, possa supplire ad eventuali mancanze attingendo alle
risorse locali, garantendo contestualmente un'attività formativa
specializzante e specifica, senza ricorrere a integrazioni
esterne al territorio stesso".
È questo il passaggio politicamente più rilevante della
generalità di giunta firmata dall'assessore regionale al Lavoro e
Formazione Alessia Rosolen e approvata oggi dall'esecutivo.
"Il cosiddetto Decreto flussi - spiega Rosolen - prevede che
l'Amministrazione regionale comunichi al ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali quali siano i fabbisogni del territorio
rispetto alla possibilità di accogliere lavoratori stranieri in
determinate categorie. Fondamentalmente, le Regioni individuano
settori e comparti in cui l'offerta latita rispetto alla domanda,
e chiede al governo centrale una quota di lavoratori stranieri
disposti ad accettare mansioni rifiutate da cittadini locali. Per
l'anno in corso, si registra un cambio di rotta molto impattante
e significativo: storicamente, i flussi lavorativi erano
circoscritti ai lavori stagionali, in agricoltura e nel
terziario. Da quest'anno, il Ministero ha aperto la porta a
richieste legate a un lavoro subordinato genericamente inteso.
Noi - sottolinea Rosolen - non ci avvarremo, in nessuna maniera,
di innesti esterni al territorio per richieste legate a questi
contratti. L'unica nicchia di mercato in cui prevediamo
contributi è quella del lavoro subordinato stagionale,
soprattutto legato comparti più esposti da questo punto di vista.
Mi permetto di fare due osservazioni: senza adeguati controlli,
rischiamo di contribuire alla legalizzazione del dumping sociale
e di prestare il fianco a una libertà di interpretazione che
costituirebbe un elemento di potenziale allarme sociale".
"Nello scorso mese di ottobre - prosegue l'assessore - si è
tenuto un tavolo di concertazione con le associazioni di
categoria per un confronto sul tema. Successivamente a
quell'incontro, abbiamo preso atto di alcune richieste precise e
abbiamo convenuto di indicare un'assegnazione complessiva di 421
unità di lavoratori stranieri per occupazioni stagionali".
L'assessore precisa che negli ultimi anni le previsioni di
ingresso con quote è risultato possibile solo per limitate
categorie di attività che, per quanto attiene alle competenze
degli uffici regionali, possono così riassumersi: ingressi per
lavoro stagionale (per attività legate ad attività agricole o
turistiche e limitatamente alle nazionalità previste in decreto);
conversioni Permessi di soggiorno (PdS) per studio/tirocinio e/o
formazione professionale in Pds per lavoro subordinato o
autonomo; conversioni di PdS UE rilasciati da altri Stati membri
in Pds per lavoro subordinato o autonomo; conversioni di PdS
stagionali in PdS per lavoro subordinato o autonomo".
"Il dato politico - conclude Rosolen - è che, al netto di
richieste specifiche e molto settoriali, legate a occupazioni
temporanee, la Regione intende puntare con convinzione sulla
formazione e sulla riqualificazione di persone non occupate del
territorio. Ingaggiare persone provenienti da altre realtà non
può e non deve costituire una risposta: il mercato del lavoro
interno al Friuli Venezia Giulia ci offre l'occasione di
riabilitare persone che hanno pagato sulla propria pelle gli
effetti della crisi, tocca al settore pubblico creare le
condizioni affinché possano rimettersi in gioco e trovare una
gratificazione occupazionale, economica e sociale".
ARC/Com/ep
L'assessore regionale al Lavoro e Formazione Alessia Rosolen
Foto ARC Montenero