Salute e ricerca: Regione, protocollo Novartis non cede dati riservati
Trieste, 27 mar - Il protocollo stipulato nel gennaio 2022 tra
la Regione e la multinazionale Novartis non ha alcun carattere di
esclusività, non prevede alcun accesso a dati clinici riservati
né tantomeno alcuna cessione di dati, i quali, come noto, sono
vincolati dalle normative sulla privacy nazionali e comunitarie.
È quanto hanno rilevato il vicegovernatore con delega alla Salute
e l'assessore regionale alla Ricerca.
Le supposizioni di una parlamentare contenute in
un'interrogazione al ministro della Salute sulla congruità
dell'accordo tra la Regione e Novartis sotto il profilo della
privacy e degli aspetti finanziari sono pertanto segnalate dal
vicegovernatore e dall'assessore come prive di fondamento ed
estranee al testo del protocollo sottoscritto nel gennaio del
2022.
Nell'ambito della collaborazione con Novartis, come viene
ricordato dai due esponenti della Giunta, è stata fatta
un'analisi delle risorse esistenti in termini infrastrutturali,
organizzativi ed economici e un'interlocuzione con portatori di
interesse che hanno permesso di approfondire i bisogni del
territorio: da questi fabbisogni sono emerse otto potenziali aree
di intervento per l'accelerazione e la trasformazione digitale
del sistema sanitario regionale. Di queste otto aree tematiche,
la Regione ha deciso di operare in due: medicina di popolazione e
adozione e ottimizzazione di processi e modelli operativi in
ambito ospedaliero, territoriale e delle farmacie.
Le risorse cui la parlamentare fa cenno non sono state e non
saranno destinate a Novartis né ad altri multinazionali con le
quali l'Amministrazione regionale potrà attivare future ulteriori
collaborazioni. Da parte di vicegovernatore e assessore alla
Ricerca viene denunciata, in conclusione, l'inopportunità di
creare inutili allarmi che giocano sui temi sensibili della
salute.
ARC/PPH/al
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