Udine, 24 gen - "Siamo la prima Regione in Italia ad aver
adottato, già lo scorso anno, un Documento di primo
posizionamento sulla Bioeconomia che sappiamo essere uno dei
settori strategici di sviluppo nel futuro imminente. Quello che
ancora non sappiamo è quali siano i confini di una materia in
piena evoluzione; per questo ci serve aprire un confronto
multidisciplinare e raccogliere le migliori idee".
Con queste parole l'assessore alle Risorse agroalimentari del
Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, ha aperto a Udine il
convegno "Bioeconomia in Fvg" rivolto ai rappresentanti delle
amministrazioni pubbliche, della ricerca, del settore produttivo,
della società civile, della scuola, della formazione, e
dell'università per analizzare congiuntamente il tema della
formazione in questo specifico ambito di conoscenza.
Se è vero, come ha affermato Zannier, che "siamo di fronte a
scenari avvincenti e in rapida evoluzione" alcuni dati a livello
europeo aiutano a far comprendere quanto la Bioeconomia potrà
incidere concretamente sulle linee politiche di Stati e Regioni
nei prossimi anni.
Nel programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione,
Horizon 2020, i finanziamenti destinati a questo settore
ammontavano a 3,85 miliardi di euro; nel prossimo settennato, con
Horizon 2027, le risorse vengono più che raddoppiate portandole a
10 miliardi e con un'aspettativa occupazionale di 18 milioni di
posti di lavoro.
La Bioeconomia in Italia (che investe principalmente
agroalimentare e risorse naturali) produce 328 miliardi di
fatturato e occupa 2 milioni di addetti, numeri che hanno
collocato il nostro Paese sul podio degli Stati europei fin dal
2017. Il prossimo obiettivo nazionale è aumentare il turnover e
far crescere l'occupazione di settore del 15 per cento entro il
2030.
"L'agricoltura - ha sottolineato Zannier - è il comparto più
avvantaggiato poiché detiene il prodotto primario delle filiere
bioeconomiche, ma deve intercettare altri settori come quello
industriale o energetico per allungare queste stesse filiere che
oggi risultano ancora troppo corte".
Un esempio è lo sviluppo di fertilizzanti da scarti di produzione
o la ricerca di economie circolari nel settore energetico capaci
di azzerare del tutto i rifiuti.
"Grazie al documento di posizionamento primario il Friuli Venezia
Giulia sta già avviando dei progetti europei in partnership con
altre regioni estere, come ad esempio l'Andalusia" ha annunciato
l'assessore, evidenziando anche la posizione privilegiata che la
Regione assumerà nel 2020 come coordinatrice a livello nazionale
del tavolo delle Regioni del Cluster "Spring", ovvero il Cluster
italiano della chimica verde.
"Abbiamo davanti occasioni di innovazione e di sviluppo di
reddito - ha detto ancora Zannier -, rispetto alle quali è
centrale il tema della formazione e dell'incrocio di diverse
competenze necessario proprio per affrontare l'attuale
indeterminatezza dei progetti che potrebbero concretamente
svilupparsi un domani".
Il convegno, promosso dall'assessore regionale al Lavoro e
formazione, Alessia Rosolen, è stato curato dalla direzione
centrale Lavoro, formazione, istruzione e famiglia che a giugno
avvierà un ciclo di corsi per i formatori.
Come sensibilizzare il mondo produttivo e anticipare i bisogni
formativi legati alle opportunità della Bioeconomia, come formare
i formatori e come orientare i giovani, le famiglie e gli
insegnanti sono stati i quesiti a cui l'appuntamento di oggi ha
tentato di dare risposta, anche sulla base dell'esperienza
condotta dall'agenzia regionale AgrifoodFvg (che da poco ha
incluso nella propria ragione sociale anche il cluster della
Bioeconomia). Nel 2019, infatti, l'agenzia ha avviato, in
collaborazione con le università di Trieste e Udine, il primo
corso di specializzazione che ha diplomato in Bioeconomia dieci
giovani laureati.
ARC/SSA/ep
L'assessore Zannier al convegno sulla Bioeconomia a Udine
Foto Regione FVG