Giuristi di diversi Paesi a confronto su tutela cautelare
Trieste, 16 ott - In un processo, sia esso civile o
amministrativo, contabile o tributario, il giudice deve fare in
modo che nel lasso di tempo che intercorre tra l'inizio dello
stesso e la pronuncia della sentenza definitiva, non vi sia un
deterioramento dei beni o un depauperamento del patrimonio in
discussione, o più in generale non subiscano modifiche definitive
gli interessi e i diritti in gioco, con un possibile danno per la
parte che avrà ragione. Nasce da questa esigenza la cosiddetta
tutela cautelare, ovvero la tutela che un giudice pone in essere
rispetto a quanto oggetto del contenzioso.
Con queste parole la presidente del Tribunale Amministrativo
Regionale per il Friuli Venezia Giulia, Oria Settesoldi, ha
spiegato in termini semplici il concetto di tutela cautelare, che
oggi a Trieste è stato al centro di un confronto internazionale
di studio in cui giudici ed amministrativisti di sei Paesi
(Italia, Croazia, Germania, Lettonia, Slovenia e Spagna) hanno
dibattuto sulle modalità di tutela cautelare previste nell'ambito
delle rispettive giurisdizioni di appartenenza e dei rispettivi
processi amministrativi.
Tema di grande rilevanza, così ancora Settesoldi, in quanto
"nonostante, specie nel giudizio amministrativo si siano fatti
passi avanti nella velocizzazione del giudizio, vi sono comunque
dei tempi tecnici da rispettare che non possono essere ridotti
per garantire il più ampio contradditorio tra le parti. Per cui è
inevitabile che la situazione del richiedente giudizio possa
essere compromessa se non interviene un provvedimento cautelare".
Di "importante iniziativa, ospitata nel palazzo della Regione
perché riteniamo che contribuisca a migliorare il rapporto tra la
Pubblica amministrazione e il cittadino", ha parlato il
governatore Massimiliano Fedriga nel suo saluto introduttivo.
"Credo che lo scambio di conoscenze ed esperienze possa
contribuire ad affrontare qualunque problema nel migliore dei
modi", ha detto, mettendo in evidenza che il confronto sulle
migliori pratiche è il metodo adottato dall'Amministrazione, per
"creare quell'alleanza istituzionale tra i diversi settori che
aiuta a superare i problemi prima che possano essere riscontrati,
e quindi per anticipare possibili contenziosi".
Da qui il plauso di Fedriga all'organizzazione per aver promosso
un confronto di livello internazionale e la conferma che la
Regione continua a essere a disposizione per ospitare e
supportare iniziative di questo genere, "per fare del Friuli
Venezia Giulia un fertile terreno d'incontro".
Pur in presenza di alcune esperienze differenziate, emerse anche
nel dibattito di oggi, c'è una matrice comune del diritto e della
cultura europea - ha sottolineato Marco Lipari, presidente della
III Sezione del Consiglio di Stato, che ha tratto le conclusioni
della giornata - che sta concretamente influenzando il modo di
ragionare e di decidere dei giudici. Nella sostanza nonostante le
diversità linguistiche, storiche e giuridiche, è avvenuta a
velocità impressionante una convergenza dei sistemi, anche grazie
all'Unione europea, che ha introdotto regole che hanno imposto
omogeneità alle discipline e hanno portato ad un avvicinamento
anche culturale. Con il risultato che i parametri di giudizio
sono sostanzialmente gli stessi e si trova un equilibrio a tutela
dei diritti fondamentali e degli intessi pubblici e privati".
Il convegno è stato organizzato dal Tar del Friuli Venezia
Giulia, in collaborazione con la Regione, la Scuola Superiore di
Magistratura e l'Associazione degli Avvocati amministrativisti
Fvg.
ARC/PPD
Il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, porta il saluto della Regione all’incontro internazionale di studio "La tutela cautelare: esperienze a confronto" tenutosi a Trieste
Foto ARC Montenero