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01.11.2016 17:05

AUT. LOCALI: PANONTIN, APPROVATO DDL SOPPRESSIONE PROVINCE

Trieste, 1 novembre - La Giunta regionale, su proposta dell'assessore alle Autonomie locali e al Coordinamento delle Riforme Paolo Panontin, ha approvato in via preliminare il disegno di legge (ddl) che prevede la Soppressione delle Province del Friuli Venezia Giulia e modifiche alle leggi regionali 11/1988, 12/2005 e 26/2014.

La norma attua il programma dell'Esecutivo Serracchiani che delinea un nuovo sistema istituzionale regionale fondato su due pilastri fondamentali - la Regione e il Comune - e fa seguito alla recente Riforma dello Statuto regionale sancita dalla legge costituzionale 28 luglio 2016 con la quale non solo è stato espunto dalla carta costituzionale della Regione il riferimento alle Province, ma ne è stata esplicitamente prevista la soppressione. Nel ddl trovano posto anche alcune modifiche alla normativa vigente in diverse materie concernenti gli Enti locali, in particolare, sulla riallocazione a essi di talune funzioni amministrative anche provinciali e in materia ordinamentale. Va ricordato anche che il 30 luglio scorso erano state definitivamente soppresse le Comunità montane.

Il procedimento per la soppressione delle Province i cui organi di governo risultano commissariati alla data del 31 dicembre 2016 è avviato l'1 gennaio 2017 e si conclude il 31 ottobre 2017. Negli altri casi (Provincia di Udine) il procedimento è avviato il giorno successivo alla scadenza del mandato o alla cessazione anticipata dei rispettivi organi e si conclude allo scadere dei dodici mesi successivi. Regione e Comuni subentrano, dopo una ricognizione (il cui termine è il 28 febbraio 2017), nella titolarità di beni, delle risorse umane e finanziarie e dei rapporti giuridici pendenti già in capo alle Province, procedendo quindi alla liquidazione di beni e risorse che non rientrino nel Piano di subentro.

Il Piano di subentro, proposto dal Commissario entro il 31 marzo 2017 una volta sentite le Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) e i Comuni che non vi partecipino, dovrà essere approvato entro il 30 giugno 2017, con deliberazione della Giunta regionale. A sua volta, il Piano di liquidazione per il trasferimento di beni, risorse e rapporti giuridici non inclusi nel Piano di subentro, sarà proposto dal Commissario entro il 31 luglio 2017. Entro i successivi 45 giorni dalla trasmissione di ciascuna proposta, la Giunta regionale licenzierà il Piano di liquidazione.

Il ddl fissa il tema fondamentale del trasferimento delle funzioni. Vengono trasferite ai Comuni, a decorrere dall'1 gennaio 2017, le residue funzioni in materia di Agricoltura, Politiche sociali e Politiche giovanili già esercitate dalle Province. Tutte le altre funzioni che erano della Provincia in forza di norme statali e regionali, sempre a decorrere dall'1 gennaio 2017, vengono trasferite alla Regione, incluse alcune funzioni in materia di Istruzione e Politiche giovanili: corsi di orientamento musicale e contributi a scuole di musica non statali e Informagiovani. Dall'1 gennaio 2017 - così prevede il ddl - le Province che non risultino commissariate entro il prossimo 31 dicembre (la Provincia di Udine) eserciteranno solo le funzioni previste dall'Allegato A della legge 26/2014, che sono in materia di Agricoltura, Demanio idrico e Difesa del suolo, Istruzione, Pianificazione territoriale, Utilizzo del territorio e Politiche sociali. Sempre in tema di funzioni, il ddl prevede alcuni regimi differenziati.

Nelle UTI che contino più di 100.000 abitanti o che includano Comuni altamente turistici con popolazione superiore a 5.000 abitanti (UTI Carso Isonzo Adriatico, con Grado, e UTI Riviera Bassa Friulana, con Lignano), il Comune con più abitanti può esercitare in forma singola fino a tre funzioni tra quelle indicate dalla legge 26/2014. A sua volta, nell'UTI Giuliana, lo Statuto può prevedere l'acquisizione da parte del Comune di Trieste di un maggior numero di funzioni da esercitare in forma singola (Organizzazione generale, Polizia locale, Attività produttive tranne Sportello unico, Catasto, Statistica e Tributi), mentre per gli altri Comuni è prevista una riduzione della soglia demografica al di sotto della quale è obbligatorio l'esercizio in forma associata di una serie di funzioni. Ciò dipende dalla presenza di Amministrazioni municipali che rientrano nella previsione delle Norme a Tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia (legge 38/2001).

Di particolare importanza l'articolo 13, che disciplina il Piano di Riordino territoriale, all'insegna delle UTI, integrando la legge regionale 26/2014. Il Piano fissa la delimitazione geografica definitiva delle aree territoriali adeguate per l'esercizio associato di funzioni tenendo conto anche delle più recenti modifiche mirate allo spostamento dei Comuni di Torviscosa, Tricesimo e Reana del Rojale rispetto alla definizione originaria. Le eventuali future modifiche al Piano di Riordino territoriale - questo un altro passaggio rilevante del testo - saranno operate con legge regionale, riportando così in seno al Consiglio regionale la scelta fondamentale dell'assetto territoriale del sistema locale.

Il disegno di legge puntualizza che, alla luce della modifica dello Statuto di autonomia, le UTI costituiscono "forme obbligatorie di esercizio associato delle funzioni comunali" e introduce una disciplina semplificata dell'ingresso nelle Unioni dei Comuni che non vi partecipano ancora e che oggi sono 60 su 216. Nello specifico: I Comuni non ancora partecipanti alle Unioni costituite ai sensi dell'articolo 56 quater, aderiscono a esse mediante l'approvazione, a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti del Consiglio comunale e dell'Assemblea dell'Unione, dello statuto dell'Unione che ne prevede e disciplina la partecipazione. La deliberazione dell'assemblea dell'Unione non è soggetta al parere dei consigli dei Comuni già partecipanti.

Alla luce dell'impugnazione governativa di una previsione della legge regionale 10/2016 in tema di Servizio idrico integrato, tra i servizi di interesse pubblico generale che i Comuni devono esercitare in forma associata - lo precisa la norma - non vanno ricompresi quelli disciplinati da specifiche normative di settore come ad esempio il Servizio idrico integrato e il Servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. Inoltre, per i Comuni di pianura viene ridotta da 15.000 a 10.000 la soglia minima di abitanti di un Comune al di sotto della quale deve essere svolto in forma associata l'esercizio di tutta una serie di funzioni (Opere pubbliche e Procedure espropriative; Pianificazione territoriale comunale ed Edilizia privata; procedure di autorizzazione in materia di Energia; organizzazione dei Servizi pubblici di interesse economico generale; Edilizia scolastica e Servizi scolastici).

Per quanto concerne il Sociale, il provvedimento chiarisce che le funzioni dei Servizi sociali dei Comuni, dall'1 gennaio 2017 sono affidate alle UTI, le quali tuttavia, in via transitoria e fino al completamento del processo di riorganizzazione da portare a termine entro il 31 dicembre 2017, si avvarranno delle risorse e del personale che fanno capo all'attuale soggetto gestore (Comuni, Aziende per l'Assistenza Sanitaria, Aziende pubbliche di Servizi alla Persona) ed eserciteranno le relative funzioni per tutti i Comuni con esso convenzionati, indipendentemente dal passaggio di taluni Comuni da un'UTI a un'altra e dalla partecipazione o meno dei Comuni alle Unioni.

Con questo disegno di legge può dirsi concluso in maniera definitiva il percorso della Riforma ordinamentale del Friuli Venezia Giulia.

ARC/PPH/ppd