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Monfalcone, 21 dic - Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, che ha permesso di riscoprire e valorizzare quella che è, accanto ad Arta Terme, l'unica vera fonte termale del Friuli Venezia Giulia, conosciuta per le sue proprietà curative sin dalla Roma Antica e poi del tutto abbandonata dopo la Seconda Guerra Mondiale. L'assessore regionale all'Ambiente Sara Vito ha inaugurato oggi a Monfalcone il complesso delle Terme Romane, realizzato con la formula del "project financing", grazie a otto anni di lavoro e a un investimento di 3 milioni di euro da parte dei privati, la ICI Coop, che ha usufruito dell'assistenza del FRIE e del Mediocredito. "Oggi è un risultato storico per Monfalcone - ha detto l'assessore Sara Vito - perché si valorizza una fonte termale, un bene che la natura ci ha messo a disposizione e che era ormai considerato perduto, spacciato. Siamo di fronte a una struttura sicuramente di valenza regionale, una dimostrazione che ambiente e salute possono andare d'accordo". Alla cerimonia erano presenti, accanto all'assessore regionale Vito, il sindaco di Monfalcone Silvia Altran e il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta. Tutti hanno sottolineato l'impegno delle istituzioni per raggiungere questo traguardo, la tenacia che ha permesso di superare molte difficoltà e ostacoli, ma soprattutto come quelle di Monfalcone siano davvero le "Terme del popolo". È stato infatti un vasto movimento popolare a porre alla politica più di vent'anni fa a Monfalcone il tema della riapertura delle Terme, come ha dimostrato la larghissima partecipazione di cittadini alla cerimonia di inaugurazione, suggellata dall'esibizione della banda cittadina. La fonte sgorga in modo naturale a 38 gradi ed è indicata - come hanno sottolineato i responsabili scientifici delle Terme Romane - per diverse patologie (dall'artrosi ai problemi di tipo reumatologico, neurologico, vascolare, respiratorio e dermatologico), con la possibilità quindi di attirare un pubblico anche da fuori regione e contribuire così al rilancio turistico del Friuli Venezia Giulia. ARC/PF