Notizie dalla Giunta


21.02.2012 

AMBIENTE: CIRIANI SU NUOVA GESTIONE ESTRAZIONE GHIAIA DA FIUMI FVG

Udine, 21 feb - "Sulla base della legge regionale 6/2011, sulle attività estrattive, ci siamo mossi per elaborare un Piano per regolamentare le estrazioni di inerti dagli alvei dei fiumi del Friuli Venezia Giulia. Per fare ciò abbiamo analizzato la situazione attuale, realizzato una cartina dettagliata della situazione dei fiumi e possiamo indicare in modo puntuale dove e come estrarre. L'obiettivo non è solo quello di consentire una più ordinata attività economica, ma anche - e in ciò spero di poter lavorare assieme agli Enti locali - di realizzare quegli interventi di prevenzione che sono alla base per evitare i danni, sempre molto pesanti, che derivano al territorio da eventi alluvionali".
È questa, in estrema sintesi, la filosofia che ispira la nuova gestione delle attività estrattive dai fiumi nel Friuli Venezia Giulia, approvata dalla Giunta regionale la scorsa settimana e illustrata oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Udine dal vicepresidente della Giunta regionale e assessore all'Ambiente Luca Ciriani. Insomma, "non sarà più possibile - per Ciriani - sfruttare in maniera intensiva gli alvei dei fiumi del Friuli Venezia Giulia senza un progetto globale e coordinato, che tenga conto di tutti gli elementi e di tutto il territorio regionale". Lo sghiaiamento dei fiumi è una operazione consolidata: i materiali erosi che scorrono nei letti dei fiumi, e si depositano lungo il corso, sono infatti un'importante materia prima pregiata nella produzione di materiali per l'edilizia e rappresentano un'importante risorsa economica, la cui gestione è però strategica per l'impatto che il prelievo dei sedimenti ha sull'ecosistema e sulla sicurezza idraulica.
"Con questo documento - ha spiegato il vicepresidente - l'Amministrazione regionale si è posta l'obiettivo di dare nuova regolamentazione al settore degli sghiaiamenti: il rischio idrogeologico collegato ad un prelievo dei sedimenti non gestito con una programmazione globale a livello regionale, e non effettuato sulla base di dati aggiornati sulla attuale morfologia dei fiumi, è infatti molto elevato. Lo sghiaiamento, infatti, è strettamente connesso alla gestione delle piene, al rischio di esondazioni, ma anche alla necessità di non alterare gli ecosistemi collegati ai corsi d'acqua. La tutela dell' ambiente e delle persone, quindi, è legata alla gestione degli sghiaiamenti, ovvero al prelievo dei materiali di sedimento erosi e portati dalla corrente lungo il corso dei fiumi". La tendenza del sistema economico è quella di massimizzare il guadagno: predisporre cioè sghiaiamenti in luoghi facilmente accessibili, e possibilmente vicini ai luoghi di lavorazione della materia prima estratta dai fiumi. "Ciò - ha spiegato Ciriani - ha fatto sì che nel corso degli anni siano stati intensivamente sghiaiate le porzioni dei fiumi del Friuli Venezia Giulia che si trovano in pianura, dove le operazioni sono più semplici e meno costose. Tale attività può aver contribuito al presentarsi dei gravi problemi che registriamo oggi, legati alla gestione delle piene che incide sulla tutela dell'ambiente, ma anche sulla salvaguardia della popolazione in caso di alluvioni".
Ulteriori elementi vincolanti riguardano le opere di intercettazione delle acque effettuate nel corso del tempo in regione: bacini, dighe, argini e ulteriori tipologie di manufatti modificano in maniera sostanziale il movimento dei sedimenti, causando grandi depositi a monte, dove tuttavia risulta economicamente meno vantaggioso attivare sghiaiamenti a fini commerciali.
"Questa delibera - ha spiegato il vicepresidente della Giunta regionale - propone un profondo cambiamento di mentalità: vi è la necessità di essere molto attenti e rigidi nella contemperazione dell'interesse economico-commerciale dei privati in relazione alla sicurezza e alla tutela dell'ambiente. Per questo motivo, si individuano aree dei corsi dei fiumi nelle quali non è più possibile, a priori, richiedere ed effettuare sghiaiamenti in alvei, e si individuano aree nelle quali gli sghiaiamenti sono da incentivare, altre in cui sono ammissibili se effettuati in maniera corretta, il tutto sulla base di un piano globale, a dimensione regionale".
La direzione Ambiente della Regione - rappresentata in conferenza stampa dal direttore centrale Giovanni Petris, dall'ing. Giorgio Pocecco e dal geom. Maurizio Paselli - ha effettuato uno studio molto approfondito sulla situazione dei fiumi, le cui risultanti sono state fatte proprie nella delibera di Giunta: esiste oggi un censimento aggiornato delle dighe, degli sbarramenti e delle opere connesse con il deposito di inerti nel sistema fluviale regionale, sono state individuate le opere urgenti in relazione agli sghiaiamenti necessari, e soprattutto sono stati individuati tratti di fiumi (sostanzialmente, in pianura) dove è da considerare inaccettabile il futuro sghiaiamento in alveo, ma dove è possibile effettuare la riqualificazione fluviale intervenendo sulle aree golenali, e sono stati infine individuati i bacini da svuotare dai sedimenti. "La gestione coordinata degli sghiaiamenti - ha concluso Ciriani - è da considerarsi un atto di prevenzione: così come investiamo per la manutenzione di argini e fiumi, dobbiamo investire nella sorveglianza dei corsi d'acqua e nella programmazione coordinata degli interventi, affinché non si creino squilibri che, in caso di piene, possono portare ad eventi infausti per l'ambiente e per la sicurezza delle persone". ARC/NNa