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20.05.2025 15:25

Prot. civile: Riccardi, istanze pacate sindaci isontini su caso Preone

Regione ha attivato tutti gli strumenti per reagire a rinvio a giudizio di sindaco e coordinatore volontari. Domani norma in Aula consiliare
Gorizia, 20 mag - "Il tema delle responsabilità dei sindaci e dei volontari di protezione civile è stato posto in maniera pacata e apprezzabile dai primi cittadini dell'area isontina in una fase in cui occorrono equilibrio e gradualità, mentre la Regione sta mettendo in campo tutte le azioni e gli strumenti per chiudere una pagina - quella del caso Preone - che non si sarebbe mai dovuta aprire".
Lo ha detto l'assessore regionale delegato alla Protezione civile Riccardo Riccardi al termine della riunione convocata dal prefetto di Gorizia Ester Fedullo con i sindaci del distretto di Protezione civile Carso/Isonzo che ha per capofila il Comune di Ronchi.
I sindaci hanno chiesto in quali responsabilità possano incorrere qualora, essendo sospese le attività dei volontari comunali di Protezione civile, non riescano a fare fronte a emergenze come, ad esempio, gli incendi boschivi che si possono verificare in estate. Dopo il rinvio al giudizio per omicidio colposo del sindaco di Preone e del coordinatore locale della Protezione civile seguito alla morte di un volontario travolto da una pianta di faggio il 29 luglio del 2023, molti primi cittadini hanno, infatti, sospeso l'attività delle squadre comunali.
"Domani - ha ricordato Riccardi - approderà nell'aula del Consiglio regionale il provvedimento che assicura le tutele legali sulle pendenze penali di sindaci e volontari di Protezione civile. Simultaneamente e in accordo con il Dipartimento nazionale di protezione civile abbiamo completato la fase istruttoria dello stralcio al decreto legislativo 81 che porterebbe a considerare l'attività di sindaco e coordinatore non soggetta alla materia della sicurezza sul lavoro e che sarà portato all'attenzione della Conferenza delle Regioni in modo che il presidente Fedriga possa sottoporlo all'attenzione della Presidenza del Consiglio dei ministri".
"La reazione dei volontari - ha rilevato l'assessore regionale - è condivisibile: non è possibile che un volontario metta a disposizione tempo, passione, risorse e dedizione e rischi poi di esser condannato per omicidio colposo e che questa situazione possa mettere a dura prova quella straordinaria esperienza che è la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Ai sindaci suggerisco di muoversi con gradualità, tenendo presente - questa la riflessione di Riccardi - la differenza che c'è tra la decisione di un sindaco di sospendere l'attività di protezione civile e la sua presa d'atto di una comunicazione di sospesa attività da parte di volontari, i quali, in quanto tali e giustamente, non possono essere obbligati. Sia buona guida una massima di Aldo Moro: 'Si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà'". ARC/PPH/ep