Prot. civile: Riccardi, istanze pacate sindaci isontini su caso Preone
Regione ha attivato tutti gli strumenti per reagire a rinvio a
giudizio di sindaco e coordinatore volontari. Domani norma in
Aula consiliare Gorizia, 20 mag - "Il tema delle responsabilità dei sindaci e
dei volontari di protezione civile è stato posto in maniera
pacata e apprezzabile dai primi cittadini dell'area isontina in
una fase in cui occorrono equilibrio e gradualità, mentre la
Regione sta mettendo in campo tutte le azioni e gli strumenti per
chiudere una pagina - quella del caso Preone - che non si sarebbe
mai dovuta aprire". Lo ha detto l'assessore regionale delegato alla Protezione civile
Riccardo Riccardi al termine della riunione convocata dal
prefetto di Gorizia Ester Fedullo con i sindaci del distretto di
Protezione civile Carso/Isonzo che ha per capofila il Comune di
Ronchi. I sindaci hanno chiesto in quali responsabilità possano incorrere
qualora, essendo sospese le attività dei volontari comunali di
Protezione civile, non riescano a fare fronte a emergenze come,
ad esempio, gli incendi boschivi che si possono verificare in
estate. Dopo il rinvio al giudizio per omicidio colposo del
sindaco di Preone e del coordinatore locale della Protezione
civile seguito alla morte di un volontario travolto da una pianta
di faggio il 29 luglio del 2023, molti primi cittadini hanno,
infatti, sospeso l'attività delle squadre comunali. "Domani - ha ricordato Riccardi - approderà nell'aula del
Consiglio regionale il provvedimento che assicura le tutele
legali sulle pendenze penali di sindaci e volontari di Protezione
civile. Simultaneamente e in accordo con il Dipartimento
nazionale di protezione civile abbiamo completato la fase
istruttoria dello stralcio al decreto legislativo 81 che
porterebbe a considerare l'attività di sindaco e coordinatore non
soggetta alla materia della sicurezza sul lavoro e che sarà
portato all'attenzione della Conferenza delle Regioni in modo che
il presidente Fedriga possa sottoporlo all'attenzione della
Presidenza del Consiglio dei ministri". "La reazione dei volontari - ha rilevato l'assessore regionale -
è condivisibile: non è possibile che un volontario metta a
disposizione tempo, passione, risorse e dedizione e rischi poi di
esser condannato per omicidio colposo e che questa situazione
possa mettere a dura prova quella straordinaria esperienza che è
la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Ai sindaci
suggerisco di muoversi con gradualità, tenendo presente - questa
la riflessione di Riccardi - la differenza che c'è tra la
decisione di un sindaco di sospendere l'attività di protezione
civile e la sua presa d'atto di una comunicazione di sospesa
attività da parte di volontari, i quali, in quanto tali e
giustamente, non possono essere obbligati. Sia buona guida una
massima di Aldo Moro: 'Si tratta di vivere il tempo che ci è
stato dato con tutte le sue difficoltà'".
ARC/PPH/ep
Protezione civile: Riccardi, istanze pacate sindaci isontini su caso Preone