Salute: Riccardi, numeri ortopedia isontina frutto di lavoro nel tempo
Più interventi, liste d'attesa accorciate e fratture del femore
operate entro le 48 ore Gorizia, 20 mag - "Aumentano gli interventi, si riducono i
tempi di attesa, la degenza media diminuisce e soprattutto oltre
il 90 per cento delle operazioni per fratture al collo del femore
avviene entro le 48 ore: questi numeri dell'ortopedia isontina
sono il risultato di un lavoro faticoso e costruito nel tempo che
oggi possiamo dire chiuda la criticità vissuta nell'era post
Covid". È la sintesi dell'assessore regionale alla Salute Riccardo
Riccardi sulla conferenza stampa all'ospedale San Giovanni di Dio
in cui sono stati illustrati i dati dell'attività nella
specialità ortopedica dei presidi ospedalieri di Gorizia e
Monfalcone. All'evento erano presenti il sindaco del capoluogo
isontino Rodolfo Ziberna, il direttore generale di Asugi Antonio
Poggiana e il direttore dell'area isontina dell'Ortopedia, il
dottor Jacopo Bonica. Riccardi ha evidenziato in particolare l'importanza del dato
sulla celerità delle operazioni per la rottura del femore, "uno
dei dati più significativi per quanto riguarda le persone anziane
e uno dei parametri più valutati dalla scuola superiore Sant'Anna
di Pisa". L'attività chirurgica dell'ortopedia isontina ha registrato nel
2024 un incremento dell'11,3% rispetto al 2019 e del 6% rispetto
al 2023, con oltre 350 protesi di anca e ginocchio e oltre 1000
interventi per traumi. A sua volta l'attività ambulatoriale ha
garantito una significativa riduzione dei tempi d'attesa per le
prime visite ortopediche, rispettando le diverse categorie di
priorità (B, D e P), con scadenza entro i 10, 30 e 120 giorni,
con un aumento generalizzato delle prestazioni rispetto al
periodo 2019-2024. "Abbiamo messo le cose sul binario giusto - ha osservato Riccardi
-, ma dobbiamo avanzare ancora, in particolare per prevenire su
base regionale la fuga delle prestazioni in campo protesico". L'assessore alla Salute ha quindi allargato il discorso,
orientandolo alla questione della "tenuta futura del sistema".
Una tenuta che, come ha spiegato, è fatta di un complesso di
fattori, a partire dall'appropriatezza delle prestazioni e dalla
difesa delle professionalità sanitarie, avvantaggiata da una
specializzazione delle vocazioni, in particolare tra gli ospedali
spoke. "Occorre ridurre le sovrapposizioni, accrescere il
coordinamento e riequilibrare l'asse strategico tra le degenze
ospedaliere e le cure territoriali - ha concluso l'assessore -,
tenendo ben presenti i due nodi chiave: le cure primarie e la non
autosufficienza, questioni che hanno una valenza non locale, ma
generale ed epocale".
ARC/PPH/ep
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