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07.10.2024 15:25

Salute: Riccardi, Giovani caregiver day fa luce su fragilità (1)

Oggi un importante momento di confronto organizzato dalla Regione sulla condizione dei bambini e dei ragazzi che si fanno carico di un parente fragile
Udine, 7 ott - "Oggi abbiamo ascoltato testimonianze importanti di vita vissuta, di quella società che ha quegli occhi che nessuno vorrebbe avesse, che ha il coraggio di mostrarsi e la forza di farci capire dove dobbiamo intervenire per migliorare le cose. Tre giovani donne ci hanno raccontato con grande dignità i sacrifici che affrontano per aiutare un parente fragile, costrette a crescere velocemente per affrontare problemi 'da adulti', conciliando a fatica studio, lavoro e assistenza: ci hanno dato un esempio di determinazione straordinaria, di incredibile solidità personale, mosse nel loro agire dal profondo affetto per il loro familiare, in una dimensione che le condizionerà inevitabilmente nel percorso di tutta la loro vita. Sono state testimonianze toccanti: a queste persone dobbiamo rispondere attivando strumenti capaci di dare supporto, sollievo e aiuto. La bontà di questa giornata è stata proprio quella di illuminare una parte ancora in ombra della dimensione di vita del giovane caregiver, esaminandola da più angolazioni, attraverso un percorso emotivo e personale non semplice: in questo senso, la nostra Regione si conferma ancora una volta attenta e apripista, affrontando tematiche che non hanno ancora l'evidenza che necessitano".
Lo ha sottolineato l'assessore alla Salute e alla Disabilità del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che quest'oggi è intervenuto alla seconda Giornata regionale dedicata ai caregiver che si è sviluppata con numerosi e qualificati contributi negli spazi dell'auditorium "Comelli", presso la sede di Udine della Regione. Il convegno, promosso dalla Regione, ha affrontato un fenomeno diffuso ma ancora molto poco noto: quello del giovane caregiver.
Riccardi ha ricordato quanto importante sia l'attività che in Friuli Venezia Giulia gravita attorno al terzo settore da parte di associazioni e sodalizi sociali che lavorano attorno e per le famiglie: "Senza di loro non possiamo continuare a lottare per vincere queste battaglie di civiltà. Alimentando un grande moto culturale, animati da una sensibilità fuori dal comune, che gli deriva da una sofferta esperienza, gli attori "dal basso" continuano a fornire stimoli fondamentali alle istituzioni tutte. Metterli in rete significa crescere e favorire la ricerca delle migliori soluzioni possibili per chi vive condizioni di fragilità e per i loro familiari".
Durante il convegno si è parlato infatti di cosa è possibile fare per questi giovani in base alle normative esistenti, nel rispetto della privacy, partendo anche da un luogo privilegiato quale quello della scuola: prima azione è quella di riconoscere il bambino/ragazzo caregiver - poiché spesso nemmeno lui ne è consapevole - e coinvolgere la rete educativa e quella dei servizi sociali per dargli il supporto che gli serve. D'aiuto gli spazi di ascolto, i piani didattici personalizzati studiati per chi ha un bisogno educativo speciale, l'individuazione di un docente o un tutor orientatore, le verifiche programmate in aula, le riduzioni o il differimento dei compiti al fine di ottimizzare il tempo, creando un clima di fiducia. ARC/PT/al