Salute: Riccardi, Giovani caregiver day fa luce su fragilità (1)
Oggi un importante momento di confronto organizzato dalla Regione
sulla condizione dei bambini e dei ragazzi che si fanno carico di
un parente fragile Udine, 7 ott - "Oggi abbiamo ascoltato testimonianze
importanti di vita vissuta, di quella società che ha quegli occhi
che nessuno vorrebbe avesse, che ha il coraggio di mostrarsi e la
forza di farci capire dove dobbiamo intervenire per migliorare le
cose. Tre giovani donne ci hanno raccontato con grande dignità i
sacrifici che affrontano per aiutare un parente fragile,
costrette a crescere velocemente per affrontare problemi 'da
adulti', conciliando a fatica studio, lavoro e assistenza: ci
hanno dato un esempio di determinazione straordinaria, di
incredibile solidità personale, mosse nel loro agire dal profondo
affetto per il loro familiare, in una dimensione che le
condizionerà inevitabilmente nel percorso di tutta la loro vita.
Sono state testimonianze toccanti: a queste persone dobbiamo
rispondere attivando strumenti capaci di dare supporto, sollievo
e aiuto. La bontà di questa giornata è stata proprio quella di
illuminare una parte ancora in ombra della dimensione di vita del
giovane caregiver, esaminandola da più angolazioni, attraverso un
percorso emotivo e personale non semplice: in questo senso, la
nostra Regione si conferma ancora una volta attenta e apripista,
affrontando tematiche che non hanno ancora l'evidenza che
necessitano". Lo ha sottolineato l'assessore alla Salute e alla Disabilità del
Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che quest'oggi è
intervenuto alla seconda Giornata regionale dedicata ai caregiver
che si è sviluppata con numerosi e qualificati contributi negli
spazi dell'auditorium "Comelli", presso la sede di Udine della
Regione. Il convegno, promosso dalla Regione, ha affrontato un
fenomeno diffuso ma ancora molto poco noto: quello del giovane
caregiver. Riccardi ha ricordato quanto importante sia l'attività che in
Friuli Venezia Giulia gravita attorno al terzo settore da parte
di associazioni e sodalizi sociali che lavorano attorno e per le
famiglie: "Senza di loro non possiamo continuare a lottare per
vincere queste battaglie di civiltà. Alimentando un grande moto
culturale, animati da una sensibilità fuori dal comune, che gli
deriva da una sofferta esperienza, gli attori "dal basso"
continuano a fornire stimoli fondamentali alle istituzioni tutte.
Metterli in rete significa crescere e favorire la ricerca delle
migliori soluzioni possibili per chi vive condizioni di fragilità
e per i loro familiari". Durante il convegno si è parlato infatti di cosa è possibile fare
per questi giovani in base alle normative esistenti, nel rispetto
della privacy, partendo anche da un luogo privilegiato quale
quello della scuola: prima azione è quella di riconoscere il
bambino/ragazzo caregiver - poiché spesso nemmeno lui ne è
consapevole - e coinvolgere la rete educativa e quella dei
servizi sociali per dargli il supporto che gli serve. D'aiuto gli
spazi di ascolto, i piani didattici personalizzati studiati per
chi ha un bisogno educativo speciale, l'individuazione di un
docente o un tutor orientatore, le verifiche programmate in aula,
le riduzioni o il differimento dei compiti al fine di ottimizzare
il tempo, creando un clima di fiducia.
ARC/PT/al
Salute: Riccardi, Giovani caregiver day fa luce su fragilità