Trieste, 17 mag - La cultura è una elaborazione di esperienze
personali che nella mostra "Io non scendo" trovano un legame
comune nel desiderio di libertà e di autodeterminazione delle
donne fotografate mentre siedono o arrampicano un albero da cui
lanciano uno sguardo sul mondo.
È un commento di apprezzamento per l'originale interpretazione
della fotografia femminile quello che la Regione, per voce del
suo vicegovernatore con delega alla Cultura e sport, ha rivolto
oggi all'inaugurazione dell'esposizione intitolata "Io non scendo
- Storie di donne che salgono sugli alberi e guardano lontano" a
cura di Laura Leonelli, aperta da domani al 25 agosto al
Magazzino delle idee a Trieste.
La mostra, promossa dall'Ente regionale per il patrimonio
culturale (Erpac), raccoglie più di duecento ritratti di donne
sugli alberi. Sono fotografie anonime, dalla fine dell'Ottocento
agli anni '70 del Novecento. Ritratti di volti sconosciuti che si
intrecciano alla voce di donne importanti come Cristina
Sint-Truiden, Louisa May Alcott, Sara Orne Jewett, Voltairine de
Cleyre, Anne Brigman, Simone de Beauvoir, Astrid Lindgren, Beah
E. Richards, Angela Carter, Suni Lee, Bianca Di Beaco, Tiziana
Weiss. Sono sante, scrittrici, filosofe, rivoluzionarie,
fotografe, militanti, poetesse, imprenditrici, alpiniste. Insieme
sono destini veri e di carta che raccontano la storia
dell'emancipazione femminile e ricordano alle donne di oggi la
necessità di superare i propri limiti e imporre un proprio
sguardo sulle cose per cambiarle.
Anche nella lettura che ne ha dato il vicegovernatore, il
fotografo anonimo che le ha immortalate restituisce una scena di
cui una parte esce dall'inquadrata: è proprio quel panorama su
cui si pone lo sguardo di queste donne. Così, anche
all'osservatore viene lasciata la libertà di immaginare a cosa
esse stiano guardando. Un messaggio che ci ricorda come sugli
alberi da bambini si poteva evadere in un mondo misterioso e di
fiaba; la mostra permette di evadere nel fantastico incanto
dell'impossibile, in quel confine tra spazio inquadrato e spazio
ignoto a cui queste donne guardano e ambiscono.
ARC/SSA/gg