La specie è presente nelle aree alpina e prealpina e nell'alta
pianura pordenonese
Trieste, 15 dic - A seguito del progressivo processo spontaneo
di ricolonizzazione del lupo sull'arco alpino, con soggetti
provenienti sia da occidente sia dall'area dinarica orientale, la
specie attualmente è presente sul territorio regionale in vari
ambiti alpini e prealpini, nell'alta pianura pordenonese e
risulta in ulteriore espansione. Questo fenomeno è stato favorito
essenzialmente da tre fattori: l'abbandono delle aree montane e
marginali da parte dell'uomo; l'aumento delle prede naturali,
ungulati in particolare, e l'introduzione, a partire dagli anni
Settanta, di norme di tutela a livello comunitario e nazionale.
Il Corpo forestale regionale evidenzia che la presenza del lupo,
ricomparso in regione nel 2013 dopo quasi un secolo di assenza,
suscita interesse, curiosità e in alcuni casi preoccupazione
soprattutto per le predazioni su animali selvatici e domestici e
per la paura che possa costituire un pericolo anche per l'uomo.
Il lupo è una specie simbolica ed evocativa che non lascia
indifferenti, sia in senso positivo sia negativo, e per questo
occupa spesso le pagine dei media tradizionali ed è assoluto
protagonista dei social media. In generale l'informazione e
l'opinione pubblica tendono ad essere polarizzate su due fronti
opposti, favorevoli o contrari alla presenza del lupo, fenomeno
che non aiuta ad affrontare il problema con la necessaria
oggettività. Purtroppo talvolta le informazioni veicolate da
questi mezzi di comunicazione non sono corrette e soprattutto,
spesso, non vengono verificate consultando le autorità regionali
competenti, impegnate da anni nella gestione di questo fenomeno.
Da sempre, le interazioni tra il lupo e l'attività di allevamento
del bestiame sono la principale fonte di conflitto tra la specie
e le attività antropiche. In merito l'amministrazione regionale
opera erogando contributi sia per la prevenzione sia per
l'indennizzo dei danni, allo scopo di prevenire gli attacchi e
sostenere il lavoro degli allevatori che operano in particolare
in montagna e nelle aree interne più marginali. Per ottenere
all'indennizzo è necessario valutare se il decesso di un animale
domestico sia riconducibile all'azione del lupo o ad altre cause,
tramite una attenta analisi sulla base di precisi e consolidati
criteri tecnico-scientifici, applicati dal personale del Corpo
forestale regionale.
La Regione, in collaborazione con l'Università di Udine, i
Carabinieri forestali e molte associazioni attua già dal 2014 il
monitoraggio del lupo nell'ambito del Piano nazionale. Gli uffici
competenti raccolgono e verificano anche le segnalazioni
provenienti dai cittadini, dai cacciatori e dagli escursionisti.
Questi dati sono molto importanti perché contribuiscono a
tracciare la distribuzione della specie e comprenderne meglio
l'ecologia e i movimenti sul territorio.
Il ritorno del lupo infine ha portato con sé anche naturali
timori tra la popolazione. Sebbene non esistano dati
scientificamente provati di recenti aggressioni o ferimenti
dell'uomo da parte del lupo, quest'ultima è comunque una specie
potenzialmente pericolosa per cui è opportuno adottare una serie
di cautele ad esempio legate alla gestione degli animali da
affezione, alla gestione dei rifiuti organici e del
foraggiamento. Questi argomenti vengono affrontati e discussi
durante gli incontri pubblici organizzati sul territorio dalla
Regione o su richiesta delle amministrazioni locali, che si
trovano ad affrontare per la prima volta la ricomparsa del lupo.
ARC/COM/ma
Lupo - foto tratta da www.friuloggi.it