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13.03.2015 18:54

TURISMO: L'ALBERGO DIFFFUSO È UN MODELLO DI SVILUPPO DUREVOLE

Trieste, 13 mar - L'Albergo Diffuso quale modello di sviluppo durevole delle aree svantaggiate, opportunità di riqualificazione del territorio da utilizzare come supporto ed integrazione ai programmi di recupero socioeconomico, occasione di impresa della comunità locale in coerenza con il contesto culturale, ambientale ed urbanistico.

È il concetto ribadito oggi a Sutrio (UD) nel corso del convegno "L'ospitalità è di casa" nel quale è stato fatto il punto sulle prospettive di sviluppo dell'Albergo Diffuso e sono stati ricordati gli interventi attuati a partire dal 2000 dall'Amministrazione regionale e le possibilità offerte dai programmi comunitari, quali in particolare il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), e i fondi strutturali garantiti dall'Obiettivo 2.

All'incontro, le cui conclusioni sono state affidate alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, sono intervenuti, tra gli altri, il consigliere regionale Enzo Marsilio, i sindaci di Sauris Pietro Gremese e dell'austriaca Werfenweg Peter Brandauer, il presidente dell'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) del FVG Stefano Lucchini e il vicepresidente nazionale di Federtrek Italo Clementi.

L'Albergo Diffuso è un'impresa ricettiva, situata in un unico centro abitato. Non si costruisce, ma si realizza mettendo in rete alloggi preesistenti. Quindi unità abitative (appartamenti o stanze), anche di diversi proprietari, collocate in varie zone di un paese, che fanno riferimento ad un'unica reception per le prenotazioni e l'accoglienza. L'idea di Albergo Diffuso, ora applicata in tutta Italia, è nata in Carnia, a seguito del terremoto del 1976 e della necessità di valorizzare le case mano a mano che venivano ristrutturate.

Tuttavia questa formula, che sta riscontrando crescente interesse, specie nelle aree montane del Friuli Venezia Giulia ha cominciato ad affermarsi in particolare grazie all'approvazione di una legge regionale del 2002, che attraverso sostegni economici sia ai privati cittadini che alle pubbliche amministrazioni locali, ha dato impulso al recupero edilizio, ha favorito l'imprenditorialità e, di conseguenza, ha permesso di rivitalizzare molti piccoli centri, favorire il movimento turistico e invertire la tendenza allo spopolamento.

In sostanza, questa forma ricettiva permette di offrire un servizio alberghiero completo, unendo potenzialità già presenti nel territorio, senza dover ricorrere alla creazione di una struttura apposita che le raccolga in un unico edificio. Insomma, un originale modello di ospitalità ma anche modello di sviluppo turistico territoriale, rispettoso dell'ambiente e sostenibile. Attualmente i posti letto già disponibili sono in tutto 1.689 in 20 diverse località del Friuli Venezia Giulia. Altri 308 posti letto sono in fase di realizzazione. Tra i Comuni con maggiore offerta si segnalano Claut (con 198 posti), Comeglians (166), Ovaro (133), Clauzetto (132), Sutrio (126), Lauco (109).

ARC/PPD