Femminicidio: Regione parte civile nel processo Nadia Orlando
Trieste, 21 mar - La Giunta regionale del Friuli Venezia
Giulia ha deciso di costituirsi parte civile nel processo per il
femminicidio di Nadia Orlando, la ventunenne di Dignano
assassinata nel luglio dello scorso anno.
La decisione è stata assunta oggi sulla base dell'analisi
effettuata dall'Avvocatura della Regione sulla sussistenza di
presupposti che legittimino una costituzione di parte civile nel
procedimento penale in corso a carico dell'indagato.
Da un punto di vista tecnico e di tempistica processuale,
l'Avvocatura della Regione ha rilevato che risulta, allo stato
attuale, ancora possibile procedere alla costituzione di parte
civile e risulta anche che la legittimazione e i presupposti
giustificativi siano ampiamente rinvenibili a livello statutario
e legislativo, a livello di articolazione organizzativa e anche
in tema di promozione della cultura del rispetto tra i sessi e di
azioni a contrasto della violenza di genere in tutti gli ambiti
sociali.
Vi sono diversi precedenti giurisprudenziali in materia, che
riguardano non solo la generale ammissibilità della costituzione
in giudizio come parte civile degli enti pubblici e territoriali,
ma specificatamente l'ammissione di Regioni ed enti locali in
procedimenti riguardanti atti di violenza contro le donne.
Nello specifico, nel caso del femminicidio avvenuto a Pordenone
nel 2009, in cui Sanaa Elketaoui venne uccisa dal padre,
nell'ambito del procedimento penale promosso contro l'autore del
reato risultavano fra le parti civili ammesse anche la Regione,
l'allora Provincia di Pordenone e il ministero delle Pari
opportunità. In quel caso il processo si concluse con la conferma
da parte della Corte di Cassazione delle statuizioni della Corte
d'Assise d'Appello di Trieste, sia con riguardo alla pena
detentiva (30 anni di reclusione) sia in ordine al risarcimento
del danno alle parti civili.
Un altro recente precedente riguarda la Regione Puglia,
costituitasi parte civile in un procedimento definito dalla Corte
d'Assise di Bari nel 2017 con una sentenza di condanna
dell'imputato per femminicidio. In quel caso fu disposto anche il
risarcimento dei danni alle parti civili costituitesi in
giudizio, tra cui l'Amministrazione regionale della Puglia.
La Regione Friuli Venezia Giulia ha ritenuto con questa decisione
non solo di dare una risposta alla petizione promossa da un
gruppo di amici e dai genitori di Nadia Orlando, presentata al
Consiglio regionale e sottoscritta da 16.700 persone, e
all'analoga petizione lanciata dal Gruppo Giustizia per Nadia
sulla rete e diretta al presidente della Repubblica e al capo del
Governo che attualmente ha registrato 67.800 adesioni, ma anche
di impegnarsi in un'azione molto importante a livello valoriale.
L'Amministrazione regionale con questa iniziativa intende
continuare a testimoniare e rafforzare l'impegno per costruire
una società più equilibrata e più uguale; oltre alla lesione del
diritto alla vita della donna a cui è stata usata violenza
diretta ad ucciderla, il femminicidio costituisce infatti una
profonda ferita per la società tutta.
ARC/EP/fc
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