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19.11.2014 18:39

AUTONOMIE LOCALI: PANONTIN, CAMBIO DI ROTTA SUL DDL DI RIFORMA E APPREZZAMENTO DEL CAL

Udine, 19 nov - "Il clima mi è parso decisamente positivo: anche i soggetti istituzionali che durante il percorso di elaborazione della Riforma avevano sempre mantenuto un atteggiamento critico complessivo oggi hanno manifestato apprezzamento". Lo ha affermato l'assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin al termine della seduta del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) nella quale sono state illustrate nel dettaglio tutte le modifiche all'articolato del disegno di legge (ddl) di "Riordino del Sistema Regione-Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia", così come licenziato dalla V Commissione consiliare.

Le modifiche sono state sottoposte oggi alle osservazioni del CAL su sollecitazione del presidente Ettore Romoli e dell'Ufficio di presidenza del CAL. "È un cambio di atteggiamento - ha commentato Panontin - che deriva da una serie di risposte che sono state date alle richieste fin qui avanzate dal sistema delle Autonomie. È un cambio bene augurante per il percorso di attuazione della Riforma, perché abbiamo uno scoglio da superare che è l'approvazione in Aula della legge, ma, una volta licenziata la norma, garantiremo un percorso di accompagnamento regionale per trovare formule di aggiustamento in grado di risolvere elementi di criticità".

A fare virare positivamente i pareri dei rappresentanti del CAL - oltre alla risoluzione di alcuni nodi specifici - vi è stata soprattutto l'introduzione di una maggiore gradualità temporale nei passi di attuazione della riforma. "Un cambio così importante e radicale nel volgere dei sei mesi, così come era previsto all'inizio, ha spaventato qualche ente che temeva di non essere pronto ad affrontare questa sfida per tempo", ha riconosciuto l'assessore.

Mentre su una ventina di punti nodali, alcuni emendamenti sia della Giunta regionale che dell'opposizione hanno dato già soluzione, ulteriori modifiche sono in corso d'opera. Già da domani si riunirà un ufficio ristretto per discuterne. Nel dibattito seguito alla presentazione da parte dell'assessore e del presidente della V Commissione Vincenzo Martines, i rappresentanti delle Autonomie hanno sollevato il tema dei compensi ai presidenti delle Unioni di Comuni.

"È un tema che ha una sua fondatezza - ha commentato Panontin - che deriva dalla differenza tra la disciplina nazionale, la legge Delrio, che obbliga a stare insieme Comuni molto piccoli, con Unioni nell'ordine di 3/5.000 abitanti e la scommessa della norma regionale, che prevede un organismo che gestisce 40/50.000 abitanti con molte funzioni e quindi con notevoli responsabilità. Su questo punto dunque stiamo ragionando e la materia sarà oggetto della futura norma sulla Finanza locale".

Anche sulla proposta del Comune di Pordenone ad un aumento degli incentivi alle fusioni, Panontin getta acqua sul fuoco. "È una provocazione che capisco - ha detto - ma che attualmente non trova nelle risorse del Bilancio regionale adeguata risposta. Con i 5 milioni che abbiamo destinato quest'anno andrebbe in unica direzione, invece noi ci auguriamo di riuscire ad ottenere, ad esempio, che in alcune valli montane si possa arrivare alla costituzione di uno o al massimo due Comuni di valle".

Panontin ha anticipato che sono già oggetto di elaborazione alcuni emendamenti per risolvere specifici nodi: quello dell'identità friulana, tema per cui "lavoreremo ad un emendamento 'a firma lunga', ha commentato l'assessore e quello per risolvere l'Unione nella zona triestina. "Stiamo studiando criteri differenziali per consentire di trovare la quadratura del cerchio in un'area dove oggettivamente le differenze strutturali tra Comune capoluogo e quelli contermini sono molto marcate".

Su quella udinese, Panontin è rimasto interlocutorio. "Vedremo, per ora è prematuro discuterne, saranno argomenti per l'Aula", ha commentato a margine dei lavori del CAL. Tra le altre osservazioni sulle quali l'assessore ha garantito un'attenta riflessione vi è stata quella della premialità per le fusioni, sollevata oggi nello specifico dal Comune di Maniago. "Introdurre un altro parametro, oltre a quello del numero di abitanti, potrebbe essere sensato, soprattutto per garantire equità ai comuni montani", ha evidenziato Panontin.

In commissione si è discusso a lungo anche del tema della pianificazione. "La Giunta regionale - ha ricordato Panontin - ha licenziato un testo che utilizza il termine programmazione, inteso come ambito delle direttive comunali di Piano che servono a definire il Piano struttura. Tuttavia rimane ancora attuale questo nodo su cui molti componenti, anche di maggioranza, chiedono una maggiore definizione dell'elemento pianificatorio. Terremo quindi conto delle ulteriori segnalazioni pervenute oggi in Consiglio e specificate in un documento a firma dell'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM)".

Soddisfatto il presidente del CAL Romoli, che ha sottolineato come "la gran parte delle osservazioni sia stata recepita nel testo emendato". Da parte sua, però, ha ribadito la perplessità sull'esiguità del numero minimo di abitanti. "Dal momento che sono stati previsti i sub ambiti, che possono quindi svolgere servizi in comune mentre all'Unione, avere numeri più consistenti, sull'ordine dei 50/60.000 abitanti, ritengo sarebbe meglio proprio per rispondere all'obiettivo di sviluppo economico oltre che sociale dei territori".

ARC/EP